
Non so se la band di Pordenone sia il termine di paragone adatto, forse non lo è. Ma è la citazione. La frase che Toffolo urla a ricollegarmi come un déjà vu all'ultimo libro di Antonio Errico, Le ragioni della passione, edito da Kurumuny. Perché è così. Antonio Errico è vittima del suo piacere. La scrittura. E da questo piacere si genera il verso, dalla fragranza poetica, l'incedere leggero formalizzato nello scrivere prosaico, nella forma del saggio, ma dalla potenza di una poesia, l'esplosione di tutta una serie di profumi e sapori che solo nel verso e nella sua audacia, nel suo non spegnersi mai nel feroce sopire del tempo, trovano la via esplicita all'estrinsecazione di un potenziale semantico - che è proprio della vita e delle parole/vita nel ritmo danzante. La poesia. Ed il suo svolgersi in forme diverse. Il saggio di Antonio Errico è, proprio come canta Toffolo nel brano prima citato, "adatto al tempo che cambia". L'esuberanza della scrittura che sa farsi, manifestarsi, come armonia di sabbia nel turbinio del vento, come onda che non si infrange mai. Un gioco di parole. Un'avventura, come arrampicarsi, tendendo braccia e gambe fra le pareti di due montagne. Il pensiero adiacente al cuore. Un discorrere che è un fluire di parole, misto di sangue - cuore - e variabili aleatorie - pensiero. La passione e le sue ragioni, viceversa, la ragione e le sue passioni, attraverso il dialogo con l'altro e la passione per il suo insegnamento. È l'altro il motivo principale di questa passione. L'altro preposto all'apprendimento. In apertura. Un clown, leitmotiv delle prime pagine. La passione sulle corde della follia, ricordando Dino Campana ed i Canti Orfici. La strettoia da imboccare per tendere la mano e sollecitare l'altro, nell'adiacenza fra cuore e pensiero.
«Solo il cuore segreto sopravvive. Il Clown sa che bisogna superare la prova esistenziale...sfondare i confini, scardinare le categorie, trasgredire quando e quanto è necessario, abolire ogni differenza...il cuore segreto che sopravvive è il cuore della creatività».
Il clown che supera tutto ciò è l'insegnante, maestro, professore, docente, che scardina la convenzione, nelle coincidenze della ragione e della passione per essa e, viceversa, riuscire ad accedere alla fiducia dell'altro, in uno scambio reciproco.

Francesco Aprile