
Oggi che il contenuto mnestico è travalicato da uno sradicamento concettuale, una dittatura delle immagini (per un loro rivolgimento comunicativo) per la costruzione dell'uomo-prodotto, disabitua l'individuo alla lettura, sembra importante concentrare la propria attenzione su di un recupero immaginativo tale che l'immagine non sia disabitudine volta a fini strumentali, bensì allo stimolo-crescita di una strutturazione psichica ancora capace d'allattarsi al mondo e stupirsi di esso con esso. In un contesto tale tesse la sua storia nella storia "Come fece come non fece", un volume edito da Kurumuny a firma di Luigi Chiriatti ed Egidio Marullo (le cui illustrazioni accompagnano le pagine da sfogliare come una sorta di metastoria nella quale scendere e scorrere i propri passi) con prefazione di Antonio Errico che scrive «Ma avemmo lo sbalordimento di questa sonagliera di parole, di questo universo compreso tra dimensione archetipica e invenzione, di queste sonorità e ritmi preesistenti all'espressione, di questa stratificazione di sensi, multiformi fantasie. [...] Avemmo queste favole, una volta, questo trattenimiento de li peccerille, e tutto quel poco che abbiamo imparato dopo da queste favole proviene e a queste ritorna». Le favole presenti nel volume provengono da un lavoro di ricerca più ampio e dettagliato, raccolte dalla voce diretta dei contadini, in dialetto, e riadattate al flusso della parola di oggi, senza tradirne l’origine, s’adagiano sullo smarrimento contemporaneo, costituendo un blocco mnestico che si articola nel plesso di una struttura sottostante inconscia straussiana, a-temporale, che concreta l’esperienza di un vissuto umano, emozionale e relazionale, comunicativo di stampo archetipo come espresso da Antonio Errico nell’introduzione alla raccolta.
Francesco Aprile