
I fatti si svolgono in un periodo storico particolarmente importante dove avvengono radicali cambiamenti sociali: Robert Kennedy, Lyndon Johnson sono i leader di una battaglia in difesa dei diritti civili degli afro americani che riescono a far approvare la legge contro la segregazione razziale. Di Martin Luther King, Leon amico di Ludger, dice “Ci rappresentava. Ci stava insegnando, accompagnandoci, a percorrere sentieri diversi da quelli a cui eravamo da sempre abituati, regalandoci la consapevolezza di poter essere finalmente liberi”. Intanto la guerra in Vietnam e la rivolta studentesca risvegliano nelle nuove generazioni il desiderio di libertà anche da quei pregiudizi che per troppo tempo avevano fomentato una società bigotta.
A far da sottofondo alle scelte e alle azioni dei personaggi presentati come amanti del bello e inclini all’eleganza, vi è la musica. Splendida è la descrizione che fa l’autrice nel momento in cui viene al mondo Lucio Carini: “una musica jazz suonava all’angolo della strada e penetrava dalla finestra aperta allagando di gioia la camera da letto”. La scena continua con le parole pronunciate dal padre Sauro che stringendo fra le braccia il primogenito dice: “Lucio è il prologo del rinnovamento sociale che presto maturerà nella nostra famiglia”. Di che tipo di cambiamento si tratti Sauro non può immaginarlo, di certo è ben lontano dalle sue vedute ambiziose e dalle logiche affaristiche. Tuttavia Lucio che sin da bambino dimostrava di avere una forte sensibilità, rara e precoce per i maschietti della sua età, riesce a vivere l’omosessualità senza timore alcuno. È questa la vera conquista del ragazzo che sui palcoscenici dei teatri più importanti di tutto il mondo si farà ammirare mentre danzando sprigiona una travolgente bellezza “paragonabile ad una aquila reale … ad una fenice. Due lunghe e magnifiche zampe le sue gambe … due lunghe piume le sue braccia”.
Coeva alla storia di Lucio vi è quella di Ludger che riesce a gettare la maschera e dimostrarsi per quello che è realmente. Il giovane ha un sogno: raggiungere New Orleans, “Non hai bisogno di fare il giro del mondo, basta venire qui perché è qui che trovi tutte le civiltà, le etnie, le storie e tutte le culture oltre naturalmente gli eccessi e le trasgressioni. New Orleans genio e sregolatezza ecco come potrei definirla in due parole”. Qui incontra Leon “nero, muscoloso, dalle labbra carnose, con una virile bellezza” ed è grazie a lui che Ludger imparerà a non nascondere il suo vero essere.
Nel libro l’autrice oltre a soffermarsi su alcuni aspetti storici come l’apartheid, nel quinto capitolo, affronta insieme la questione della “manu niura”, la mafia italiana “sbarcata” negli Stati Uniti insieme a tanta gente onesta in cerca di fortuna. Carmen Campa stila anche illuminanti definizioni circa il sentimento di generosità “intesa nel suo significato più profondo di comunione intima con la sofferenza vivendo la quale si giunge all’unità con gli altri esseri umani” e ancora sul principio di democrazia: “non può essere esportata o calata dall’alto né tantomeno imposta, ma è conquista che ogni popolo deve sapere acquisire autonomamente”. A far notare questo piacevolissimo dettaglio è Alessandro nella prefazione: “l’autrice ha creato una storia che altro non è che una “scusa” per veicolare contenuti sicuramente emotivi ma anche storici, culturali e valoriali”.
Una menzione speciale, infine, va a Claudio Martino e Roberta Marra che come le ninfe Esperidi proteggevano il favoloso albero che donava i magici pomi dorati così i due editori, con amorevole premura curano il loro giardino dove germogliano libri il cui sapore eccezionale non si può fare a meno di decantare.
di Paola Bisconti