Domenica 11 ottobre ultimo appuntamento con Luoghi d'Allerta che, come ultima visita, propone la Serra di Sant'Elia, nelle vicinanze dell'ex Convento dei Cappuccini Sant'Elia. La serata avrà inizio alle ore 18.30.

Luoghi d’Allerta, le visite e gli itinerari di spettacolo del Fondo Verri, giungono all’ultima meta, Scrivere i luoghi, il titolo e la motivazione d’agire di questa settima edizione.
Dopo la ricerca del 2008 che de-scriveva il Salento con la voce dei poeti dell’ultimo Novecento Salentino, quest’anno, è nostro desiderio far scrivere nella contemporaneità. Ogni luogo ha avuto il suo interprete, la giusta guida e la sua lingua osando il suono del dialetto. Ogni luogo è stato interpretato e “cantato”.
L’ultima meta è a Sant’Elia, sulla serra dove si troccano tre comuni Trepuzzi, Squinzano e campi Salentina. C’è cresta di antico bosco lì, tutt’intorno all’antico monastero cappuccino, centro ideale del territorio dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, a pochi chilometri dal confine delle tre province di quello che la politica chiama il Grande Salento.
In apertura di serata è nostra intenzione trarre un bilancio dell’esperienza di animazione culturale che i Luoghi d’Allerta hanno in questi anni messo in atto attraversando erappresentando la particolarità e il segreto di luoghi spesso dimenticati, con un incontro-convegno intitolato Il nord Salento e i luoghi della cultura partecipano: la vice presidente e assessore alla cultura della Provincia di Lecce Simona Manca; la presidente dell’Istituto di Culture del Mediterranee Maria Rosaria De Lumè; il consigliere Regionale Giuseppe Taurino; il presidente dell’Unione Comuni Nord Salento Roberto Palasciano, il sindaco di Trepuzzi Cosimo Valzano, il presidente della Fondazione Città del Libro Raffaele Sirsi e Roberto Guido direttore di Qui Salento.
Poi l’omaggio al luogo.
L’ospite Flavio Lucchesi dell’ultima visita de I Luoghi d’Allerta è Flavio Lucchesi - professore di Geografia presso l'Istituto di Geografia Umana dell'Università degli Studi di Milano - con Rarissime celesti eccezioni suo libro di esordio come narratore.
Tre racconti sull'amore, o forse sulla ricerca di sé. Tre testi che declinano il tema in maniera molto varia. Rarissime celesti eccezioni (Ibis, 2009) è il libro di esordio come narratore per Flavio Lucchesi, già noto, nella comunità scientifica, per i suoi libri di geografia umana. Il primo testo si libra in una dimensione tutta interiore di un realismo quotidiano vissuto all'insegna del bilancio esistenziale. Il secondo ci riporta, anche stilisticamente, a un passato eroico in cui le passioni si declinavano sempre con la maiuscola. Il terzo, infine, è di un iper-realismo a tratti allucinato, che non lesina l'aggressività verbale. L'amore in tutte le sue varianti: etero, omo e transgender. Amore che si fa ossessione, ma anche, da parte del narratore, attraversamento dei confini, apertura all'incontro con l'altro, con il diverso da sé. Proprio ciò che sono chiamati a fare i geografi, istituzionalmente, con la loro disciplina. E allora capiamo che proprio in questo aspetto c'è il perché il professor Lucchesi ha deciso di scrivere: non tanto una velleità, quanto una necessità.

A seguire, la poetessa Irene Leo e la scrittrice Elisabetta Liguori che presentano: “Doppio Gioco diVersi-ficazione a doppia voce”. Una performance introdotta dall’epigrafe de "Il maestro e Margherita", di Michail Bulgakov tratta dal Faust di Goethe: "Che cosa vuoi, infine? Sono una parte di quella forza che desidera eternamente il male e compie eternamente il bene".
Il poeta Elio Coriano con i versi di “Fur-ewig 2” e l’Ensamble di Stella Grande con Luigi Marra al violino organetto e Erica Rizzo alle percussioni.
Il concerto di chiusura è affidato a “Nuove Linee” di Admir Shkurtaj alla fisarmonica, Giorgio Distante alla tromba; Redi Hasa, violoncello.
Le sonorità della musica contemporanea, di quella balcanica e l'improvvisazione sono gli elementi caratterizzanti del trio costituito dalla fisarmonica di Admir Shkurtaj, la tromba di Giorgio Distante e il violoncello di Redi Hasa. Un ensemble con un forte impasto timbrico. L’impianto ritmico insegue i tempi dispari della tradizione albanese che vengono ulteriormente arricchiti, con le loro stesse cellule, diventando ancora più complessi. Un suggestivo viaggio sonoro fra una sponda e l'altra della musica.

E’ agevole raggiungere il Monastero di Sant’Elia da Campi Salentina (da Lecce sulla provinciale Lecce-Taranto), seguendo lungo la circonvallazione interna le indicazioni per Squinzano.
Si percorre la strada sino a giungere sull’altura. Lì segnali indicheranno il sito.