Beatles, il rock degli anni '70, un pizzico di blues e noise. Marco Ancona inizia il suo personalissimo percorso musicale all'età di 5 anni. L'ascolto. Questo il primo contatto. Dischi su dischi, ascolti su ascolti e l'orecchio, inspiegabilmente tende anima e corpo alla musica. Intorno ai dieci anni inizia a suonare la chitarra ed ora, come quando aveva dieci anni, continua a suonare, interessato soltanto alla musica ed ai suoni che uno strumento, la chitarra, può produrre, suoni che accompagnano melodie, che accompagnano parole. Percuotere una chitarra fatta di vene che pulsano. L'animo umano che si tende allo strumento e viceversa. Chitarrista e voce nei Bludinvidia, collabora ad una miriade di progetti paralleli, dalle collaborazioni con Stefano Scuro dei Logo, a quella con l'eruzione del genio creativo di Amerigo Verardi. Chitarrista culto della scena underground salentina, si fa portatore di un sound che paga un debito molto alto ai Beatles ed alla scena inglese, allo stesso Verardi, al rock targato anni '70, un po' rock, un po' blues, che non disdegna i suoni sporchi, a volte pesanti, a volte leggeri, del noise.

Francesco Aprile

Intervista a Marco Ancona, del 21-1-09

F.A. – Francesco Aprile
M.A. – Marco Ancona

F.A.
- Come ti sei avvicinato alla musica?

M.A.
- Alla musica mi sono avvicinato ascoltando dischi e dischi da quando avevo 5 anni e successivamente ho iniziato a suonare la chitarra poco prima del mio decimo compleanno, contemporaneamente imparavo gli stessi accordi che prendevo alla chitarra su una tastierina che avevo in casa perché, comunque, ero assolutamente attratto dalla musica e non da uno strumento in particolare. Non pensavo ad altro, come d'altronde anche ora..

F.A. - In che modo convivono nella tua musica, influenze esterne (artisti che ti hanno influenzato, cose che hai visto, letto ecc...) e le influenze interne (esperienze ed emozioni...)?

M.A. - Spesso vengo colpito da piccole frasi che ascolto o che mi capita di leggere proprio perchè in quel momento è come se si decontestualizzassero prendendo altri significati, andando così ad evocare qualcosa che è nel mio immaginario; l'immaginario a sua volta credo sia frutto del vissuto e, di conseguenza, delle malattie mentali, delle ossessioni e dei vizi che inevitabilmente si impadroniscono del cervello di ognuno noi.

F.A.
- Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzato?

M.A. - Partendo dal presupposto che il Rock'n'Roll e i Beatles sono la Bibbia, ascolto di tutto.