Una domanda sull’esistenza che si annida nello spazio della casa, tra rituali del privato e memorie. Ecco Decorazione d’interni, la nuova raccolta poetica di edita da AnimaMundi Edizioni. Poesie «domestiche» che nascono dall’ispirazione della vita di ogni giorno e celebrano la sacralità delle «piccole gigantesche cose» nel libro della giornalista e scrittrice. Non a caso, è questo il nome della collana (a cura di Giuseppe Conoci e Antonia Chiara Scardicchio) che ospita la raccolta, nata per «giocare a mescolare grosso e minuto, a cercare vita e morte in un lavandino otturato oppure legami e senso proprio nell’angolo che avresti snobbato cercando rifugio». Si può attraversare un universo intero nei pochi metri quadri di uno spazio domestico. Lungo i bordi dei pavimenti calpestati, negli angoli abitati dai nostri rituali quotidiani si annidano memorie pronte a schiudere il proprio valore emozionale.  Lo spazio della casa, al contempo fisico e simbolico, i luoghi ereditati e attraversati dalle generazioni, il ritorno in quei luoghi, l’abitare come atto consapevole di rivitalizzazione del legame con il passato: sono questi i temi germogliati dal trasferimento nella casa degli avi, che si radicano nei versi composti da Boccaletto. Luoghi una volta conosciuti, ora «riconosciuti» nella doppia accezione del termine: luoghi al contempo «ritrovati» e «legittimati ad essere» come perimetro in cui prende corpo il ragionamento sull’identità e sul senso dell’esistenza. La casa è un luogo in cui seminare piccole piante e lasciarsi attraversare dal vuoto di una «giornata persa», in cui rigirarsi nei pensieri della notte, «nei segreti da niente, nelle briciole domestiche»,  in cui sistemare i legami e i ricordi di chi non c’è più «nella dispensa». Ma tra queste mura vi è anche la vita, incarnata in bambini scalpitanti che attraversano velocemente le stanze, che le animano con l’eco delle loro risate oltre la porta della cameretta o con la tenerezza di una poesia d’occasione recitata in piedi. E che riescono a trasformare magicamente le tracce reali del vissuto, staccandosi in volo o riuscendo a far esplodere nel cielo stellato un soffitto punteggiato di stiker luminosi. Versi capaci di tenersi in bilico, con pacato equilibrio, tra cura e malinconia, consolazione e crollo, riflessione e ripensamento. Francesca Boccaletto è giornalista professionista, laureata in Lettere moderne e con un master in Sceneggiatura all’Università degli studi di Padova. Si occupa principalmente di cultura e temi sociali. Cerca, ascolta e racconta storie. Nel 2014 ha scritto un piccolo libro dedicato al rugby, uno sport che è prima di tutto una passione di famiglia, e nel 2018 è uscita la sua prima raccolta di poesie Abbiamo parlato di fortuna (Interno poesia), terzo classificato Premio Prato Poesia 2019. È tra gli autori del libro Lettere da nordest (Helvetia, 2019) e Natale a Venezia (Neos edizioni, 2020 e 2021). Alcune sue poesie sono contenute nel libro L’albero di Roberto Besana e Pietro Greco (Töpffer edizioni, 2020). Conduce laboratori di giornalismo e scrittura per bambine e bambini.