Un punto ‘pesante’ che esorcizza un campo tradizionalmente ostico. Il Lecce pareggia – 0-0 – a Marassi contro il Genoa ed inaugura nel migliore dei modi il campionato di serie A numero 20, il quarto consecutivo nella massima serie per la prima volta in 98 anni di storia giallorossa. Per i grifoni di casa invece, che non vincono la prima in A dal 2020/21, tradizione rispettata.
Pronti via e sono subito i ragazzi di mister Di Francesco a prendere l’iniziativa evidenziando caratura mentale e il giusto approccio alla partita tallone d’Achille, quest’ultimo, nella passata stagione. Il Lecce attacca, chiude gli spazi all’avversario costringendolo nella propria metà campo per oltre 20’. Di Francesco rinuncia a Pierret ed Helgason in mezzo in favore di Ramadani e Berisha oltre all’insostituibile Coulibaly. A destra Banda, a sinistra Morente ma i due sono interscambiabili mentre in avanti il solo Camarda aspetterà invano, fino alla sua sostituzione (35’ st Ndri), che qualcuno gli dia un pallone giocabile. Una novità la presenza di Maleh in panchina. “E’ mancata la giocata qualitativa – dirà Di Francesco nel dopo partita – su cui dobbiamo lavorare per arrivare in porta”. Un ritornello già ascoltato nella passata stagione ed in quella ancora precedente da allenatori diversi. Tra le righe, ma nemmeno tanto, la necessità di un attaccante di peso in grado di creare spazi, scambi e finalizzazioni, ma anche di un centrocampista in grado di innescare la punta visto che i tentativi di Banda e Morente sono andati tutti a vuoto per imprecisione o frettolosità.
Senza dimenticare che è ancora calcio d’ agosto la squadra è piaciuta sia pure avara di conclusioni. Al 4’ ci prova Morente ma il pallone impatta sulla spalla di un avversario e finisce in angolo poi è la volta di Banda che dopo aver perso un ‘giallo’ per il solito fallo inutile tenta la conclusione (28’) con un tiro improbabile e improponibile. Nulla di nuovo. E il Genoa? Occasione dei grifoni al 18’ con Martin che dalla sinistra, in area, si invola verso Falcone costringendolo alla parata a terra. Poi Carboni tenta lo shoot dal limite ma Falcone è bravo a distendersi in angolo. Un prima frazione equilibrata, in buona sostanza, che il Lecce ha affrontato senza produrre nulla di eclatante in fase conclusiva.
La ripresa vede in campo i ventidue del primo tempo ma è questa volta il Genoa e menare la danza con una manovra più decisa che costringe i giallorossi a fare gli straordinari per arginare la manovra dei rossoblu. Poi la girandola delle sostituzioni: al 58’ Berisha e Banda fuori per Kaba e Sottil. L’albanese non la prende bene e lascia il campo visibilmente corrucciato: Sottil si posiziona a sinistra e Kaba fornisce più sostanza e meno palleggio. Al 68’ Veiga lascia il posto a Kouassì e all’82’ Coulibly e Camarda escono per Pierret e Ndri. Non cambierà nulla fino al triplice fischio di chiusura.
“Abbiamo fatto passi in avanti a livello di squadra e di compattezza – il commento finale del tecnico giallorosso – ed abbiamo disputato una gara equilibrata concedendo una sola occasione al Genoa”.
GENOA (4-2-3-1): Leali, Martini, Stanciu (42’ st Vitinha), Grondaek (14’ st Messias), Norton-Cuffy, Vasquez, Carboni (28’st Ellertsson), Marcandalli, Colombo (29’ st Ekhtor), Frendrup (42’ st Thorsby), Masini. A disp. Siegrist, Sommariva, Ostigard, Malinovsky, Cabelli, Cuenca, Fini, Venturino. All. Patrick Vieira.
LECCE (4-3-3): Falcone, Veiga (23’ st Kouassì),Gaspar, Tiago Gabriel, Gallo, Ramadani, Berisha (14’st Kaba), Coulibaly (38’st Pierret), Banda (14’st Sottil), Camarda (38’st Ndri), Morente. A disp. Fruchtl, Samooja, Ndaba, Siebert, Rafia, Perez, Helgasson, Gorter, Maleh. All. Eusebio Di Francesco.
ARBITRO: Massa (Costanzo/Bianchini)
Ammoniti: 22’ Banda, 36’ Veiga, 31’ st Morente, 41’st Ekhator.

