di Stefano Meo
Una vittoria della quale se ne sentiva fortemente il bisogno che puntella la posizione di classifica e conferisce sicurezza e autostima ad una squadra ritrovata. Il Lecce asfalta la Fiorentina in uno stadio dove il segno 2 mancava da sei anni con un punteggio di misura – 0-1 – ma, al contempo, con una prova di livello che premia l’impegno di tutti e condanna ai bassifondi della classifica un avversario in piena crisi.
La prima novità arriva dalla distinta: Stulic titolare con Banda a sinistra e Morente a destra dello schieramento. I viola partono col turbo innestato come era facile prevedere per una squadra alla canna del gas ma il Lecce non si fa sorprendere: copre tutti gli spazi e quando può va via in contropiede come accade al 23’ quando Morente si invola sulla fascia destra e mette in mezzo un pallone che Berisha ribadisce in rete firmando il suo secondo centro in campionato. Colpita a freddo la Fiorentina barcolla, il Lecce malgrado i tentativi non riesce ad infliggere il colpo del kappao e col passare dei minuti subisce la pressione avversaria che si concretizza in un colpo di testa di Ranieri allo scadere (43’).
Nella ripresa Pioli prova a mischiare le carte: fuori Ndour, Fagioli e Nicolussi Caviglia, dentro Mandragora, Som e Gudmundsson con un conseguente schieramento 3-4-1-2 che però non sortisce l’effetto sperato complice la buona disposizione tattica e sopra tutto mentale del Lecce che morde le caviglie agli avversari concedendo poco o nulla. Banda lascia il posto a Pierotti e Maleh rileva Berisha poi è la Fiorentina a farsi pericolosa con Kean che nell’area piccola batte a rete (79’) ma trova Falcone pronto e negargli il gol sulla linea di porta. Gli ultimi 10’ vietati ai cardiopatici. All’84’ Pierotti e Ranieri vengono a contatto in area giallorossa e il viola cade invocando il calcio di rigore. Lungo conciliabolo, arbitro chiamato al Var poi la sentenza del direttore di gara: “Il numero 50 del Lecce non commette alcun fallo, non è calcio di rigore”. La Fiorentina impreca, i suoi tifosi suggeriscono ai giocatori di andare a lavorare, tensione alle stelle e tentativi sterili per un pareggio che non arriva. Per Firenze e la sua squadra è notte fonda in un contesto musicale di fischi, insulti e cori, il Lecce ringrazia, toglie il disturbo e torna nel Salento con lo champagne in ghiaccio.
“Prima della partita potevamo sembrare una vittima sacrificale invece abbiamo affrontato la gara alla grande – il commento a caldo di Eusebio Di Francesco – Siamo andati in difficoltà solo nei primi 10 minuti poi siamo cresciuti e non li abbiamo quasi mai fatto tirare in porta malgrado la differenza. Sono contento per la prestazione di Coulibaly e Ramadani, negli ultimi 10’ la Fiorentina ha fatto all in, potevamo essere più bravi in alcune situazioni ma tutti hanno offerto una grande prova”.
FIORENTINA: De Gea, Dodô, Pongračić, Ranieri, Dzeko (60’ Piccoli), Nicolussi (46’ Mandragora), Comuzzo (77’ Fazzini), Kean, Ndour (46’ Sohm), Fortini, Fagioli (46’ Gudmundsson). A disposizione: Lezzerini, Martinelli, Mari, Kospo, Richardson, Kouadio, Parisi. All. Pioli
LECCE: Falcone, Gaspar, Morente (89’ Kaba), Štulić (89’ Camarda), Berisha (76’ Maleh), Veiga, Banda (73’ Pierotti), Ramadani, Gallo, Coulibaly, Tiago Gabriel. A disposizione: Früchtl, Samooja, Ndaba, Siebert, Sala, N’Dri, Helgason, Kouassi, Sottil. All. Di Francesco
RETE: 23’ Berisha
ARBITRO: Rapuano sez. Rimini (Palermo/Barone)

