Esce per la casa editrice Manni, “Ilva Connection”, il nuovo libro inchiesta di Loris Campetti, il giornalista e scrittore, che compie un approfondito reportage sulla ragnatela di corruzioni, omissioni, negligenze della famiglia Riva e di coloro che hanno camuffato le molteplici colpe del disastro ambientale. In un contesto splendido come quello della città di Taranto incombe un macigno con il nome Ilva, antico termine latino, che rimanda all’isola d’Elba, ricca di quel ferro che ha permesso a una famiglia potente di arricchirsi generando però fra i cittadini un dilemma: salute o lavoro? Un quesito che nessuno dovrebbe mai porsi, perché non si dovrebbe scendere ad alcun compromesso, spetta invece alle autorità e alla classe dirigente garantire un equilibrio fra entrambi i diritti. Campetti indaga con la maestria già dimostrata e apprezzata dal pubblico anche nei precedenti libri, su una questione sulla quale si sono puntati i riflettori quando ormai si contavano i danni provocati dal mostro siderurgico e il vento di maestrale aveva già invaso le case di diossina. Attraverso le testimonianze e i racconti degli operai, sindacalisti, cittadini, magistrati, amministratori, scienziati l’autore scava nel profondo del problema. I Riva considerati nel libro come i padroni del ferro in Italia, hanno assunto forme di potere impastate di autoritarismo, paternalismo e corruzione determinando nient’altro che una drammatica ingiustizia di classe. Con fatti, dati e racconti di vita vera riportati nel testo si può conoscere in modo dettagliato un capitolo di storia del capitalismo italiano, fra i più scandalosi.

di Paola Bisconti