Un tempo era uno dei giochi preferiti dei bambini, oggi è anche una passione, uno sport, un piacevole svago per stare all’aria aperta: stiamo parlando, naturalmente, dell’aquilone. Chiamato anche cervo volante, l’aquilone è fatto da due asticelle incrociate, di solito di legno, che formano un leggero telaio dove vi è montato un foglio di carta. Tenuto contro il vento per mezzo di un filo, l’aquilone può volare in aria come una leggera vela sospinta dal vento, o dal traino dell’uomo o di un mezzo meccanico. Di aquiloni ce ne sono un’infinità di tipi, si distinguono per forme, materiali di costruzione, dimensioni, colori, basta un po’ di fantasia e ognuno lo personalizza a modo suo. Attualmente, per i più esperti, ci sono anche gli aquiloni acrobatici, che danno vita ad esibizioni sportive spettacolari. I più temerari fanno lo sci d’acqua, il cosiddetto kitesurf.
     Nel Salento è attiva dal 2003 l’associazione aquilonisti salentini “Rosa dei 20” che allo sport aquilonistico associano l’amore per la natura. I pionieri dell’aquilonismo salentino sono in attività dall’ormai lontano 1995. Fondatore e attuale presidente è il sig. Oronzo Bruno soprannominato “maestrale”. L’associazione vanta numerose partecipazioni a festival e raduni nazionali ed internazionali come quelli di Marsiglia e Ferrara. La “Rosa dei 20” organizza un festival nazionale aquilonistico, giunto alla 6° edizione, a San Cataldo nel mese di maggio. “Emozioni di pace nel vento” era intitolata così l’ultima edizione del festival, a testimonianza del fine dell’associazione che non è soltanto quello di divertirsi e di praticare uno sport bellissimo, ma soprattutto quello di lanciare messaggi di pace, di solidarietà, di tutela ambientale.
     L’aquilone come gioco ha origini antichissime in Asia. Per i cinesi, prima di essere un gioco, era considerato uno strumento magico e rituale che consentiva di avere contatti con l’aldilà, con le anime dei defunti. Su di esso, infatti, venivano messe delle preghiere scritte su foglietti di carta e innalzate al cielo. Ancora oggi l’aquilone è diffusissimo in Estremo Oriente dove viene considerato un oggetto d’arte. In alcune regioni è utilizzato come strumento per la pesca. L’aquilone, in passato, è stato usato per ricerche di aerodinamica e di meteorologia. Famoso è l’esperimento con cui B. Franklin riconobbe che il fenomeno del fulmine è di natura elettrica. Per concludere  diciamo che l’aquilone simboleggia da sempre il sogno di volare dell’uomo.
     Per chi vuole saperne di più può visitare il sito www.rosadei20.it , o andare a trovare gli amici aquilonisti tutte le domeniche mattina a San Cataldo nei pressi del faro.

Stefano Bonatesta