Una precisa e attenta esplorazione della trasformazione culturale e sociale del Salento, descrivendo come una terra un tempo isolata si sia trasformata in una ricercata destinazione turistica, arricchendosi di cultura e opportunità. È l’analisi che lo scrittore e giornalista leccese Federico Mello compie nel suo libro Educazione Salentina. O di come il Salento è diventato il Salento, edito da Kurumuny. Alla fine degli anni '80, il Salento era isolato e praticamente sconosciuto al resto d'Italia, un luogo dominato dalla criminalità e dalla violenza da cui molti cercavano di fuggire per la mancanza di prospettive e di futuro. Sul territorio esplodeva una bomba al giorno, il centro storico di Lecce, trascurato e fatiscente, abitato in gran parte da prostitute e travestiti, diventava una zona off-limits non appena calava il sole. Venticinque anni dopo, un cambiamento radicale ha investito la città e la provincia: questa terra povera, lontana e oppressa dalla delinquenza, è rifiorita, trasformandosi in un centro culturale vivo, sconfiggendo la Sacra Corona Unita e affermandosi come una meta turistica di portata mondiale. Cosa è successo? Come si è innescata questa trasformazione straordinaria e chi ne sono stati i protagonisti? Queste sono le domande che Federico Mello esplora nel suo libro, attraverso un quarto di secolo che per il Salento ha rappresentato un vero e proprio "rinascimento". Dal reggae alla pizzica, dai movimenti culturali alla politica, intrecciando storie suggestive e ricerche d'archivio ma, soprattutto, ascoltando testimoni e attori di questa trasformazione, Mello ha scritto una storia di uomini e donne visionari, che con le loro idee e il loro impegno hanno regalato un nuovo futuro alla penisola salentina. Tra gli intervistati Rossella Barletta, Andrea Apollonio, Simone Giorgino, Sergio Blasi, Pierfrancesco Pacoda, Dj War (Antonio Conte), Treble (Antonio Petrachi), Nando Popu (Fernando Blasi), Enza Pagliara, Edoardo Winspeare, Simone Mele, Danilo Lupo, Lino Patruno, Giovanni Pellegrino, Gianni Tornese, Carlo Salvemini, Sergio Ventura, Adriana Poli Bortone, Lorenzo Ria, Luigino Sergio, Massimo Manera, Nichi Vendola e Pierpaolo Lala.  Scrive nel libro Federico: «Ho avuto in sorte una fortuna che pochi hanno avuto. Nascere in una terra lontana, isolata, povera, dove la criminalità la faceva da padrone, e vederla cambiare, rifiorire, coltivare cultura e rispetto, sconfiggere la mafia, darsi una possibilità di sviluppo, affermarsi come una delle mete turistiche più celebrate al mondo. È una storia di uomini e donne visionari in grado di capire che sotto il deserto bizantino di una terra proiettata verso il mare, verso l’Oriente, dormiva una vegetazione che andava curata e annaffiata per poter rifiorire e lussureggiare. Amministratori con a cuore il loro territorio che hanno cercato (e trovato!) nuovi modi per valorizzarlo; artisti che hanno proposto racconti nuovi per connettere cultura e identità; poeti e intellettuali capaci di indicare nuovi orizzonti da perseguire; cittadini stufi di rimanere con le mani in mano, giovani che hanno avuto il coraggio di investire su sé stessi, e sulla loro terra. Ebbene, sono loro i protagonisti di questa storia, loro gli attori principali che, in un periodo tutto sommato breve, tra il 1980 e il 2005 circa, hanno messo in moto un processo unico di avanzamento consegnando un nuovo futuro alla penisola dove sono nato», continua. «La possibilità di riconnettermi a questa storia collettiva, di rielaborare il mio essere "salentino", di coltivare orgoglio per le "radici ca tieni", è stato uno dei regali più preziosi che ho ricevuto nella mia vita e, sono sicuro, questo vale per tante e tanti della mia generazione (e non solo)». Federico Mello, leccese classe 1977, ha pubblicato oltre una decina di libri tra saggi, pamphlet e romanzi, tra cui L'Italia spiegata a mio nonno (Mondadori), La vitalità del male (Baldini+Castoldi), il romanzo storico Compagni! (Utet) sul congresso di Livorno, la biografia non autorizzata Essere Chiara Ferragni (Compagnia Editoriale Aliberti). Giornalista professionista, ha lavorato con Michele Santoro, al Fatto Quotidiano, a Ballarò su Rai 3 e a Un giorno da pecora su Rai Radio 1. Attualmente è redattore del Giornale Radio Rai, dove si occupa di società, fenomeni culturali e comunicazione.