Nella Singlossia  i due linguaggi, visivo e verbale, si intrecciano e tessono trame che consentono al linguaggio in sé di esprimersi nello scorrere del tempo.
L'opera trova la sua esplicazione attraverso questo intreccio, nodo di "verbimmagine" che porta il linguaggio al raggiungimento del pieno conoscimento di sé.

Francesco Pasca, dipinge dal 1963. Negli anni '80, l'incontro con Rossana Apicella gli apre le porte della Singlossia, catapultandolo in un percorso di ricerca che, dagli inizi pittorici del '63 ad oggi, lo ha visto scorrere fra la pittura e via via fondersi fra immagine e testo.
In "Otranto. Il luogo delle parole", Il Raggio Verde Edizioni, è questo che fa.
Otranto. La Cattedrale ed il suo Albero della Vita, Pantaleone ed il suo simbolismo, fungono da pretesto per accedere allo spazio temporale creato da parole e immagini che, dal pavimento della Cattedrale di Otranto, richiamano fortemente il presente, tessendo una trama fra le tessere del mosaico ed il battere su di una tastiera. Tessendo una trama che è un filo continuo fra passato e presente, filo continuo che genera futuro.

Francesco Pasca affronta questa ricerca entrando in uno stato di morte apparente, creando e ricreando se stesso sul monitor di un pc, uscendo da sé per osservarsi.
Allo stesso modo di come anni prima il poeta di Maglie, Salvatore Toma, tracciava la via per uscire fuori dal corpo, individuando nella morte non la fine, ma un nuovo inizio.

Salvatore Toma tracciava questa via:

“...Ci ho messo una croce e ci ho scritto sopra, oltre al mio nome, una buona dose di vita vissuta. Poi sono uscito per strada a guardare la gente con occhi diversi...”

Francesco Pasca continuava questa strada percorrendola in modo diverso, arricchendola di particolari commistioni con le nuove tecnologie:

"Si esce da sé e ci si osserva. [...] La morte, in questo momento, è tale solo se considerata la fine assoluta di tutte le cose. Nel suo caso diventa il simbolo dell'esistenza."

Percorrendo le tessere di un mosaico, Francesco Pasca scorre la sua vita lungo i tasti di una tastiera e proietta se stesso sul monitor di un pc, creandosi e, a sua volta, ricreandosi sotto nomi diversi e si osserva. Ora, i suoi alter ego osservano lui, lui osserva i suoi alter ego. Per indagare l'immaginario di un quadrato magico esce da sé entrando nello spazio temporale racchiuso fra il passato ed il presente, cercando di generare scenari futuri. Il testo si fa immagine, o mosaico. Il mosaico si fa testo. Testo e immagine si fondono come lo stesso autore si sdoppia e si triplica e si fonde in un gioco di sguardi gettati su se stesso.

Le tessere del mosaico sono, per Pasca, il filo conduttore con ciò che, nel presente, ci lega alla creazione del futuro.

Le evoluzioni portate dalle nuove tecnologie:

“[…] ki sno…Giuliana il mio nme…sno nata a poke centinaia di metri…[…]”

Sono le tessere mancanti del mosaico di Pantaleone.

Tutto si lega a tutto.
 
Francesco Aprile