Si apre, venerdì 26 dicembre, con Livio Minafra ed Erica Mou, l'ottava edizione de Le mani e l'Ascolto, rassegna di suoni e di parole del Fondo Verri di Lecce, un appuntamento che si rinnova in occasione delle festività per il capodanno.

Libri, esperienze autoriali, ricerche sonore e visuali in una maratona di ascolti che avrà luogo e pubblico dal 26 dicembre al 6 gennaio sfruttando l'acustica della sala a botte che ospita dal 1999 il Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso a Lecce. Il costante contatto con la scena creativa (musicale e letteraria) è una delle prerogative della storica associazione culturale leccese. “Le mani e l’ascolto” rinnovano il desiderio di costruire avventure sonore proponendo repertori che hanno il pianoforte come elemento di guida e di raccordo delle performance, pretesto di incontri, scambi, creazioni, in una tensione di ricerca che attraversa i generi, i modi d’espressione, l’arte con le sue con-fusioni esistenziali e con il rigore che interviene a fare stile, segno, lingua. I musicisti invitati quest'anno provengono da esperienze diverse: formazione classica, studi di conservatorio, rock – band, jazzisti, blues man, cercatori di suoni, cantautori.

Il programma si apre venerdì, 26 dicembre, alle 20.00, con il pianista Livio Minafra che presenta “La fiamma e il cristallo” performance in solo al pianoforte che è anche un compact disc pubblicato dalla notissima etichetta tedesca Enja. Sedersi al pianoforte e inventare, pensare, ricordare e perché no, nel mentre, anche giocare con gli oggetti e fischiare, cantare insieme agli 88 tasti. Una musica sfuggente e misteriosa Per sfuggente e misteriosa che sia, la musica del giovine pianista e compositore Livio Minafra potrebbe, in fondo, essere così definita: un'idea, o meglio, un concetto che ti balza subito in testa specie se lo ascolti meditando.

Segue alle 21.30, la cantautrice Erica Mou con “Bacio ancora le ferite”, disco d'esordio prodotto da Marco Valente creatore della casa di produzioni musicali “Auand” che è prendi, afferra, in dialetto barese. Raffinata come Irene Grandi, innovativa grazie alla tecnologia che le ha consentito di “campionare” i suoni appena prodotti sul palco e a cantarci sopra, tradizionalista come è solo chi riesce ad incantare il pubblico grazie ad un bicchiere di vetro vuoto fatto vibrare con la percussione di una bacchetta per tamburo.

Sabato, 27 dicembre, alle 20.00, la tastiera è affidata a Massimo Carrieri con “Seven” performance per piano solo. Massimo Carrieri è nato a Martina Franca, ha trentatre anni e qualcosa da dire e da dare con la musica. Le sue sono composizioni corpose, di quelle che lasciano trasparire il lavoro che esiste alla base, nelle fondamenta. Autore giovane, ma sufficientemente navigato, sgambettato dalla scarsa visibilità: sin qui. Perché assorbito da studi lunghi (di arrangiamento e orchestrazione, con Luís Bacalov), in Italia e anche all'estero (al Berkler College of Music di Boston, per esempio). Perché il ritorno alle origini (la Puglia, appunto) è un avvenimento ancora abbastanza giovane. A seguire la presentazione del libro giallo a cura di Alessandra Bianco e Teo Pepe di “Apri gli occhi” del giornalista Pino Ricco. Lo sappiamo, la frase "Apri gli occhi!" - a Bari può essere un semplice saluto, un incoraggiamento, un augurio, una battuta o anche una pesante minaccia e questo diventa per il protagonista del racconto, una vera e propria persecuzione! Cose che capitano alle nostre latitudini!