Acaya, l’antica Segine, è un interessante borgo fortificato rimasto quasi intatto, dominato dall’imponente castello cinquecentesco. 
 
Il castello, fatto costruire da Alfonso Acaya, fu completato  e munito di fortificazioni nella prima metà del sec. XVI  dall’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya che operò sotto il regno dell’imperatore Carlo V e progettò importanti opere anche nel campo dell’ingegneria civile in tutta l’Italia meridionale. Il castello sorge sulle preesistenti mura e torri, fondendole in un nuovo insieme unitario che, pur ispirandosi a forme medioevali, ha accolto vari elementi architettonici rinascimentali. 
 
Il centro storico di forma quadra (m 260x250), con bastioni, ha l’aspetto di un “campus” romano, con le piccole strade dritte parallele fra loro e con un unico asse trasversale che le taglia a metà. La pianta della città fortezza,  realizzata da Gian Giacomo dell’Acaya nelle forme caratteristiche dell’ urbanistica rinascimentale (eleganza e capacità di difesa),  presenta per la sua originalità quasi unica i canoni della città ideale del Cinquecento. Le parti più interessanti da vedere sono: la porta monumentale con la statua di S. Oronzo, il castello, la Chiesa con il campanile del sec. XIII, i ruderi dell’ex convento di S. Antonio, il perimetro esterno della città con i fossati, le mura e le torrette. Il tutto è un complesso omogeneo oggi unico in Puglia, inserito in un territorio ricco di masserie fortificate, a circa tre chilometri dal mare.
 
Acaya è facilmente raggiungibile dall’interno dalla provinciale Lecce-Melendugno e dal mare percorrendo la litoranea San Cataldo-San Foca.
 
 
 
      A cura di Stefano Bonatesta