Con Lydia non è un libro, non ha in sé le parole e i dosaggi tipici di un romanzo né di un racconto. Il fatto è che per affrontare un discorso su questo lavoro di Enza Piccolo bisognerebbe prima capire chi è Lydia, che non è semplicemente la protagonista della storia, bensì, Lydia rappresenta la storia.
Si compone di storia, passata e futura, rappresenta le storie che ci portiamo e cuciamo addosso, la storia che impariamo sui banchi di scuola, è la storia che si racconta nel libro.
Il tutto è amalgamato con intelligenza in una scrittura viscerale, così come sono viscerali le emozioni, rosso sangue, che l'autrice spiattella sulle pagine del libro.
Lydia è uno sguardo a posteriori, un discorrere col tempo.
Echi lontani dal sapore di polvere, quella polvere che insabbia storia e verità.
Il passo di un viaggio che è scoperta di vita e stupori, di sofferenze, frenesie, di verità.
La crescita della protagonista è un po' come se fosse la nostra crescita, i suoi tonfi, i nostri. Lydia è quell'amica/o che tutti abbiamo, un dialogo con la nostra anima; Con Lydia, appunto.
Sono parole che siamo noi stessi.
È come se l'intera opera fosse un tribunale davanti al quale rivivere e scontare le atrocità della storia.
Un perfetto nodo nel quale poter leggere di pari passo storie personali e storia globale, ribadendo il concetto che la storia si compie di tante piccole storie e che, inevitabilmente, interessa tutti, anche se lontani fisicamente da un avvenimento, perché ci scorre dentro e sceglie tutti noi come suoi spettatori inermi a guardare dalla vetrina di un bar.

Enza Piccolo è nata a Barletta, città nella quale ha insegnato a lungo. Sue pubblicazioni sono: Sul palcoscenico della scuola: la notte del destino nel mondo greco (Manni), Il viaggio di Chiara (Bonanno), Sibille contro la guerra (Rotas), Bloomsbury (Il Raggio Verde), Le nuvole non sempre le puoi vedere (Il Raggio Verde), Con Lydia (Il Raggio Verde).

Francesco Aprile