Venerdì dalle ore 20.00 presso il Museo Castromediano, a Lecce, spazio al cinema horror con due capolavori del genere.

APARECIDOS, di Paco Cabezas, Svezia-Argentina-Spagna, 2007
Un road movie del terrore, un viaggio nel lato oscuro dell’animo umano. Pablo e Malena, durante un viaggio in Argentina, scoprono uno strano diario che narra - fin troppo nei dettagli - di un omicidio accaduto 20 anni prima. Alla ricerca - avventurosa e un pò per gioco - dei luoghi descritti nel manoscritto vagano per la campagna Argentina sino a perdersi. Assisteranno ad eventi incredibili, vedranno la Storia (quella con la S maiuscola) letteralmente ripetersi sotto i loro occhi e ripiomberanno nell’orrore che il loro paese ha così abilmente occultato negli ultimi trent’anni. Un horror metaforico e politico, per chi vuole conservare la memoria delle 30.000 persone rapite, torturate ed uccise durante la dittatura militare Argentina. Gli uomini dimenticano, ma il dolore di un popolo, presenza fantasmatica e fisica allo stesso tempo, non può essere rimosso.

ENCARNACAO DO DEMONIO, di Josè Moìca Marins, Argentina, 2008

La storia di Zè do Caixão, cominciata nel 1966 con À Meia-Noite Levarei Sua Alma (a mezzanotte prenderò la sua anima), proseguita con Esta Noite Encarnerei No Teu Cadaver (questa notte possiederò il tuo cadavere) del 1967, si conclude – a 40 anni di distanza – con il delirante Encarnação do demonio. Il protagonista della trilogia è un personaggio brutale, capace di azioni dettate dalla più cruda follia, senza morale, senza religione, senza scrupoli né ragione. I suoi atti sono terrificanti, la sua ferocia sadica senza limiti.

Presentato a Venezia nel 2008 fece inferocire gli spettatori, molti dei quali abbandonarono la sala, in preda a conati di vomito. Il film segue i canoni degli horror degli anni sessanta, a volte è un pò lento e ridondante, la recitazione è volutamente esasperata, tutto il film si muove tra il reale e l’immaginario, tra i problemi quotidiani di una città, e la disperazione intima e privata del protagonista.

Josè Moìca Marins è il maestro del cinema horror brasiliano, tutti i suoi film sono a basso costo anche se il suo estro e la sua genialità non lasciano trapelare la povertà del budget a disposizione. In aperta concorrenza con Buñuel, egli vince in demenza. Nella cultura brasiliana il regista è diventato “l’uomo nero”, sinistro e temuto che sottopone le attrici, per altro non professioniste, ad assurde prove. Egli stesso afferma: “Nel film ci sono sensualità, torture, rettili, tremila scarafaggi e non sono cose realizzate al computer. Le donne sono state le più coraggiose. Sono attrici meravigliose”.