Dagli archivi della casa editrice Manni, una raccolta di poesie inedite degli anni di maggiore intensità lirica della grande poetessa milanese, Alda Merini.

Questo volume - in uscita il 25 novembre - raccoglie un prezioso e casuale ritrovamento: oltre 60 poesie di Alda Merini inviate alla casa editrice Manni negli anni Ottanta, su suggerimento di Maria Corti, mai pubblicate e sepolte negli archivi dei manoscritti.

Liriche straordinarie, tre le più intense e passionali che la poetessa abbia mai scritto, che toccano tutti i mondi interiori della Merini: l’amore, le donne e gli uomini (tra tutti, quelli della famiglia Pierri), il disagio mentale, la solitudine, il dolore con in più una vena satirica e irriverente che è assieme intento personale e poetico.

Un libro da annoverare tra i più significativi di Alda Merini, curato e introdotto dal critico letterario Giulio Ferroni.
"La poesia della Merini si è sviluppata in un flusso continuo, che ha la qualità di un modo di porsi nel mondo: offerta di sé al ritmo indefinito della quotidianità, in una ininterrotta costruzione di rapporti, di possibilità che variamente si intrecciano, si confondono, si sovrappongo, si infittiscono e si districano; presenza dentro il corpo e in mezzo alle cose, ricca certo di sapienza e di passione, intessuta di molteplici echi della cultura e del mito, di suggestioni di un mondo lontano, di parole perdute e indecifrabili, ma tutta esaltata, consumata, bruciata, nel suo darsi, nel suo offrirsi all’occasione, canto e vocalità in totale abbandono, dono divino caduto nella banalità del presente, ma pronto comunque ad accendersi anche in quella banalità, a brillare nonostante tutto, tra gioia e disperazione, tra la più nuda esposizione di sé e il trucco più sontuoso e splendente." (Giulio Ferroni)