L’editrice leccese il Raggio Verde pubblica “Metamorfosi e Fuga” di Leo Tenneriello, un viaggio fra le maglie del sociale ed il rapportarsi ad esso che l’uomo assume, forgiato dalla società, libertà a sé stante o fuga, lungo la classificazione dei diversi valori che presenta oggi il concetto di Metamorfosi.

Metamorfosi come capacità, fuga, adattamento, potere. “L’invenzione” del mercato, da parte dell’uomo, ha creato, introducendo valori d’uso e di scambio, distanze come abissi fra naturalità e necessità, fin dove l’uomo aveva bisogno, per necessità naturale, di qualcosa, il soddisfacimento degli istinti che vengono sovrastati dai valori di scambio e dalla conseguente mercificazione del superfluo.
Vendita del fumo lungo sguardi strappati via dalle loro necessità, dirottati lungo i binari di una felicità debole mediante l’introiezione del nulla.
La metamorfosi è la capacità d’adattamento che l’uomo ha manifestato nel corso dei secoli e che lo ha portato al progresso tecnico lungo uno stato di supremazia nei confronti delle altre specie animali. L’ultimo ostacolo è la natura.
La comparsa del mercato e, di conseguenza, della mercificazione è il susseguirsi delle svariate accezioni del termine metamorfosi che può, anche, evolversi e modificarsi come fosse una fuga.

Metamòrfosi: Metamòrphosis, Meta (invece, altrimenti) e Morph (forma), (cfr. Morfologia) con la terminazione Osis propria dei nomi astratti.
Mutazione di forma, trasformazione passiva quella che subiscono gli insetti, titolo di un poema di Ovidio in cui si narrano le favolose trasformazioni di uomini, secondo gli antichi miti. Deriv. Metamorfòsico. [da Etimo Pianigiani].

È una fuga dagli artigli che la società ha imposto tramutando l’uomo in merce ed appiattendone, annientandone, volontà e desideri di una vita che è chiusa nella gabbia di una finta libertà. L’uomo è il prodotto di sé, la vita è il mercato al quale si è sottoposto.
Metamorfosi come fuga dal potere che è condizione alienante e poi ancora capacità di trasformarsi e adattarsi. È l’istinto di conservazione, preservazione della specie o di sé, che non muore davanti alle leggi di mercato.
La freddezza raggiunta dal tecnicismo estremo è, per dirla con Benjamin, il disincantamento del mondo; esclude, scrive Tenneriello riprendendo un passo di Canetti da “La provincia dell’uomo”, l’entusiasmo e la metamorfosi.
Domina l’omogeneità dell’industria culturale, l’annullamento dell’individualità che preme alla nostra coscienza nell’ambito di una metamorfosi lineare in cui chi è preda rifiuta lo scontro, ma non la lotta; perché l’obiettivo non è quello di sovvertire la situazione o distruggere l’altro, ma il “riconoscersi”. Ogni essere è, ed è questo che la società tenta di sconfiggere una volta per tutte abbattendo l’individualità lungo una metamorfosi circolare in cui chi è preda/prigioniero tenta di sovvertire, ma finisce per essere di nuovo il prigioniero. Quello che l’autore compie è un percorso attraverso ogni forma di metamorfosi sociale, passando da ciò che vieta il concetto stesso di metamorfosi, ovvero le classi sociali e l’impossibilità di sentirsi equiparati ad una classe “superiore”.
Il concetto di merce, per dirla con Marx, ha portato l’uomo ad essere egli stesso merce, vendendosi per un salario, non ricevendo nulla del pieno valore del suo lavoro in un contesto in cui la differenza fra profitto e salario è il grado di sfruttamento del lavoratore stesso.
Ma nel corso della storia si è avuta un’altra rappresentazione dell’uomo mercificato, ovvero la schiavitù, dove l’uomo diventa un possesso allo stesso modo di un oggetto, con la differenza che gli oggetti presentano caratteristica di impenetrabilità, mentre l’uomo può immagazzinare un comando, un’esperienza…l’ordine del padrone.
L’esplicazione delle metamorfosi è tutta nella Crocifissione che si fa simbolo di metamorfosi lineare, nella quale, il Cristo, essere soggetto a metamorfosi, raggiungendo lui il potere, sarebbe potuto divenire il Dio potente in Terra, amato e seguito per la sua potenza, ma decide di evitare lo scontro, non la lotta. Con la Crocifissione, infatti, raggiunge quello stato di libertà agognata dalla preda nella metamorfosi lineare, ovvero quel “riconoscersi” che rende liberi e slegati dalle maglie, dagli artigli delle autolimitazioni che l’uomo sì è imposto attraverso la società e la conseguente mercificazione di sé.


Leo Tenneriello, laureato in Scienze Politiche con la tesi “Urgenza di metamorfosi. Studio sul pensiero di  Elias Canetti” col professor Franco Cassano, ha pubblicato un breve saggio dal titolo “Individuo, massa e potere” sulla rivista Democrazia e Diritto del Centro di Studi e iniziative per la Riforma dello Stato e, per la casa editrice Il Raggio Verde, il volume "Metamorfosi e Fuga". È, inoltre, cantautore; suoi album sono:
ControVerso;
Viversi (cd abbinato al libro "Metamorfosi e Fuga").


Francesco Aprile