Esistono odori forti, che hanno la densità tipica dei colori, quasi la determinazione necessaria a rappresentarsi da sé. Autodeterminazione che li porta ad essere come istanti di vita su una tela (o quel che ne fa le veci). Sono i colori dell'anima quelli che appartengono ai dipinti di Antonio Rocco D'Aversa, che per tutti, ormai, è Puccetto. Pittore, poeta, ma prima di ogni cosa uomo, o meglio, simbolo di un'arte e di un modo di fare arte che affonda le proprie radici nell'espressione pura e diretta che l'anima ha nel suo farsi, appunto, arte. Come se mente e corpo non fossero altro che uno strumento, un fuggire le consuetudini, un mulinare di energie e sensazioni, solitarie nel vento che non riesce a scalfirle, ma è solo motore propulsore di un sentire perpetuo che si metabolizza come graffi di una vita che l'anima si cuce addosso, come se l'artista avesse la capacità di indossare, al suo interno, un abito bianco, insieme vorticoso di ogni sfumatura del mondo.
Un continuo approcciarsi a sé ed alla pittura attraverso gli istanti della vita, attraverso la propria "enciclopedia", tramutando i codici della sua esistenza  in un fluire di colori, gli spruzzi dell'anima.
Puccetto, nasce a Tricase il 20 ottobre 1957. Il periodo giovanile della sua vita lo porta a viaggiare per l'Italia e l'Europa, passando per una serie di esperienze, anche dure, che hanno in parte segnato la sua vita.
Ha esposto:
Galleria Sempione di Milano
Galleria Rossi di Bologna
Galleria Rex di Fiuggi
Galleria Corallo a Bari
Scuderie del Castello Gallone a Tricase
a Bassano del Grappa
A Lecce presso il "Salotto dell'Arte", la "Galleria il Grifone", il Castello Carlo V.
Inoltre, è stato uno dei protagonisti del docu-film, targato Fluid Video Crew, Italian Sud-Est, è protagonista del fil "L'uomo che guardava i treni" del regista Rachid Benhadj che nel 2008 ha raccontato proprio la vita di Puccetto.

Francesco Aprile