Realtà. Noi percepiamo frammenti, scrive Antonio Errico nel suo saggio "Le ragioni della passione. Approdi e avventure del sapere". Solo frammenti. Una delle più importanti figure letterario/artistiche del '900 fu il tedesco Walter Benjamin. Benjamin, fu autore di "frammenti". Dall'Angelus Novus coi suoi frammenti, attraverso la realtà metropolitana, la realtà in via di sviluppo verso forme postmoderne, frenetiche, che propongono all'occhio una visuale che è fatta di frammenti, nell'impossibilità di fermarsi a guardare. E poi. Poi, l'opera d'arte, la sua riproducibilità tecnica, la perdita dell'anima, quel carattere di unicità che più non c'è.
Carmelo Leone spazia, fino a giungere a trasposizioni della realtà in caratteri di unicità, riproducendo lo spazio del reale in un momento propizio alla calma dell'osservatore, ritagliando uno spazio d'altri tempi, dedito alla calma dello sguardo, nella frenesia del reale. A questo paradosso, che conferisce anima e corpo alle sue opere, si contrappone la minuziosa analisi della realtà, in accordo con ciò che la società dei consumi di massa ha prodotto. L'elevarsi della pubblicità a status assodato dello spazio reale ha prodotto, d'effetto, che in essa confluissero realtà ed esperienze quotidiane dell'uomo medio, portando, inevitabilmente, la pubblicità ed alcuni dei suoi prodotti ad elevarsi allo stato di icona. Così, Carmelo Leone, non si lascia sfuggire tutto questo, tramutando l'icona in arte, conferendo a tutto ciò titoli che, in accordo con quanto detto prima, vanno ad inserirsi direttamente in quel primo paradosso dello spazio atto alla calma che si cuce addosso alla frenesia del reale. Realizza, questo, ad esempio, attraverso la riproduzione, in terracotta, del "Riposo", una scarpa Converse che da icona e mezzo, uno dei mezzi, della frenesia, si tramuta, appunto, nel riposo dell'artista salentino.
L'assurdo di Carmelo Leone è un mondo carico di poesia che si fa portavoce del reale come spazio "dovuto" all'abolizione del moderno disincanto. L'instabile liquidità del caffè che diventa stabilità della percezione, senso tattile del reale, materialità della poesia.
 
Francesco Aprile
 
                                                                   
 
 
 
 
 
Nota Biografica (da www.leonearte.it):
 
Carmelo Leone nasce a Lecce nel ’54 e si avvicina al mondo della scultura da autodidatta.
Spazia dalla lavorazione dell’argilla a quella del legno -di cui privilegia l’ulivo per le ipnotiche venature- alla pietra leccese, testimone di una salentinità che ha visto tanto il nonno, scalpellino, quanto il figlio, scultore, operare nel campo delle arti figurative.
Artista eclettico, dall’arte figurativa con saggi di virtuosismo realistico, intraprende presto un percorso personale e introspettivo. Acuto osservatore dalla realtà circostante connota gli oggetti di uso quotidiano di un’anima e di un’identità sì che attraverso la propria storia, l’oggetto rivisitato trasmetta ed esprima le sensazioni e le emozioni che hanno ispirato il suo artefice.
 
Il sito dell'artista: www.leonearte.it