Domenica 21 marzo, a Lecce, Francesco Saverio Dòdaro esporrà il nuovo manifesto del movimento New Page - Narrativa in store, "Per i prossimi cento anni, cento Autori, narrativa di cento parole". Sempre domenica, a Lecce, tre autori - Elisabetta Liguori, Teresa Lutri, Francesco Aprile - che hanno aderito al movimento New Page porteranno per le vie di Lecce, e le vetrine dei negozi - nuovo termine ultimo della comunicazione - le loro opere, romanzi in cento parole.

New Page è l'adesione ad un nuovo modo di intendere la scrittura. Uno sguardo all'ORA della Comunicazione ed ai modi della sua Fruizione. Un nuovo modo di approcciarsi a tutta una serie di Sovrastrutture (che non intenderemo nell'accezione marxista del termine) intese come Mondo e Concetto di esso che ci circonda, nel modello proposto dall'austriaco Ludwig Wittgenstein - ovvero il mondo come totalità di tutto ciò che accade, fatti, ed il linguaggio come rappresentazione di questi, cioè, del mondo - attraverso una visione di tutto questo come di un mondo che è artificio, concetto creato dall'uomo e mutuato dal linguaggio, in un'espressione vera o non vera del mondo stesso, quasi al ritmo di un misticismo Zen insito nell'opera del viennese. Partendo da ciò, potremmo iniziare a parlare di New Page come di un movimento che legge e ri-legge, attualizza e ri-attualizza, contestualizza e ri-contestualizza l'ora, la sua percezione, generando un nuovo modo di intendere luoghi e tempi della scrittura, una dimensione spazio/tempo in accordo coi momenti, la velocità, il mcluhaniano concetto di ritmo - l'impatto che un media ha sulla società è dato dal cambio di ritmo che riesce ad apportare, generando, così, il concetto stesso di medium come messaggio e gettando lo sguardo ad un futuro in cui il mezzo avrebbe abbattuto il linguaggio stesso - tutto ciò letto smembrato metabolizzato, riutilizzato nel concetto/contesto di un mezzo, la New Page, che conferisce un nuovo apparato sintattico al testo, in accordo con la nuova lettura della società - o meglio, del testo e dei suoi tempi di lettura in rapporto alla società postmoderna, frenetica e frammentaria - e che si fa trasposizione su carta del respiro dell'autore stesso. Il soffio dell'Arte che si fa per l'Arte. Perché è lo stesso Dòdaro ad affermare che bisogna "Ritornare ad essere dei cantastorie. Il cantastorie del terzo millennio non è nelle piazze, ma nelle vetrine". Appunto, una nuova lettura dello spazio fruitivo della creazione artistica, in questo caso letteraria, la narrativa in store rilegge, manifestandosi come finestra aperta sullo scorrere del tempo, il nostro tempo mutuato da frammenti che sono sguardi, repentini, mai pronti ad una dimensione "conoscitiva/osservazionale" adatta ad uno sguardo come profondità in rapporto al tempo/spazio dell'Ora.
 
 
Francesco Aprile