Il medium è il messaggio. In questo caso la parola assume la doppia valenza di medium e messaggio e la doppia veicolazione. Dalla pagina scritta al supporto audio. Enzo Mansueto, in due parole, "Scassata dentro". La voce, il verbo. La parola come mezzo. La parola come messaggio. Il dire in rapporto con l'ora della società, la porosità della società stessa. Il suo creare e, poi, lasciarsi plasmare. L'incedere dei media nella vita quotidiana, l'uso corretto/scorretto, la vita che assume, sempre più, connotazioni tipiche del mezzo televisivo.

Scassata dentro, Edizioni D'if, è come un passo nella notte nel crepitare delle foglie secche - come ritmo avulso di una notte da contaminazioni elettroniche, figlie dei tempi che corrono, scorrono, oltrepassano l'uomo, il linguaggio stesso, la contaminazione dei generi come ritmo generativo della parola.

Enzo Mansueto è autore acuto, diretto, portatore di uno scrivere figlio delle contaminazioni punk, postpunk, new wave, elettrowave. La parola è mezzo e messaggio attraverso la quale immergersi in un universo costellato da giochi di tinte chiaroscure che glissano le tonalità chiare tendendo alle essenze cupe della notte. Elogio dei Joy Division e successivi New Order, la cadenza elettrodark della parola scritta come figurazione delle emozioni e del senso di smarrimento verso il mondo stesso.
L'acuirsi del divagare, esangue, nella notte in cui le contaminazioni musicali elettrodarkwave si confondono con le mcluhaniane contaminazioni elettroniche all'interno del linguaggio. È la nozione di ritmo a generare, nell'opera di Mcluhan, il concetto di medium come messaggio. L'impatto di un medium sulla società, infatti, dipende dal cambiamento di ritmo che riesce ad apportare. Ora, considerando i media dall'ottica del canadese Mcluhan, viene fuori che se è dal ritmo che dipende l'impatto - e la fortuna di un media - allora è nel ritmo che risiede la forza generativa del mezzo stesso che sa farsi messaggio come, ad esempio, il mezzo, come può esserlo la ferrovia, apporta un sostanziale cambio di ritmo negli spostamenti dell'uomo intrecciando scambi commerciali che diventano, anche, scambi sociali, relazioni fra uomini, portando alla nascita di nuove città come nodi cruciali nel diramarsi del mezzo ferroviario. Di conseguenza, tutto ciò fa in modo che il mezzo, se genera rapporti sociali, sia anche, in sé, un messaggio.
Da qui in poi si passa attraverso l'impatto della corrente elettrica, la lampadina come medium e messaggio, la rete elettrica e le sue diramazioni come estensione dei centri nervosi dell'uomo. E questa rete elettrica, questi centri nervosi, scoperti, nella notte di un palpito, di un sentire che è percezione dirompente, diretta, voce rotta, scassata, ammaccata, mai connessa con le vite finte della fiction televisiva, si tramutano nell'opera di Enzo Mansueto in quello che possiamo considerare come un apparato elettrico/emotivo nella struttura poetica della sestina, nel suo conferire musicalità e ritmo a tutta una serie di testi che trovano, così, la naturale prosecuzione della rabbia punk e l'elettronica postpunk. Musicalità testuale veicolata da influenze figlie di pascoliniane letture.
I conflitti che lo stesso autore esamina, attraverso la voce rotta della poesia - come ritardo culturale che ancora tarda a sanarsi all'interno della società - che difficilmente concede alla poesia il giusto spazio come mezzo e messaggio dai forti valori umani e sociali - è espresso da Mcluhan in termini prettamente elettronici «Una volta raggiunta una frammentazione estesa al mondo intero, non è innaturale pensare ad una integrazione negli stessi termini....Ma ciò che abbiamo oggi non è una coscienza sociale elettricamente ordinata, bensì una subcoscienza individuale o un punto di vista individuale rigorosamente determinato dalla vecchia tecnologia meccanica. È una conseguenza ben naturale di un ritardo o di un conflitto culturale in un mondo sospeso a metà tra due tecnologie.»
Termini elettronici che sono propri dell'apparato sonoro che Enzo Mansueto mette in mostra grazie a La Zona Braille, della quale è voce recitante, realizzando un flusso sonoro che è naturale prosecuzione della pagina scritta infarcita di reminiscenze punk che vibrano nel dipanare della voce fra gli ultimi istanti di una notte, cupa, cadenzata dall'impatto cosmico della luce dei lampioni come tante stelle nel cielo.
La naturale evoluzione delle forme espressive dell'uomo.
E scrive Mansueto, in un breve assaggio di come mansueta la sua scrittura non è, ma è arco costantemente teso al progressivo scoprirsi ed ingigantirsi dei problemi della società, il recupero di una condizione poetico/sociale che fa della parola scritta un bene comune al quale ogni uomo dovrebbe attingere: «Uno scompartimento. Pochi posti./I sacchi, le provviste,/tutto quello che resta per il viaggio/che resta - ancora, costi quel che costi./La vista al finestrino del paesaggio/impercepita muta./Foschia. A tratti la costa scompare./Scompare pure il resto del miraggio/nell'ennesima galleria,/dopo l'ennesimo controllore/che ricontrolla ancora i controllati./All'improvviso (muta/fino a un attimo fa) furiosamente/sparla la gente, imbestiata, sfinita./Poche parole dopo finalmente: la stazione.»[La stazione, pg 28, "Scassata Dentro"].

E scriveva Mcluhan che - «Il rapido incremento del traffico determinò la nascita della ferrovia che introduceva una forma di ruota più specializzata di quella in funzione della strada.»

Il telecomando che ci controlla è "sonno sonno", è l'inedia che ci opprime, la prolungata astensione non dal cibo, ma da noi stessi, dai nostri pensieri, il controllo che su di noi viene esercitato. L'impatto tecnologico che ci uccide. Bip. è il nuovo battito del cuore. Pulsa nelle parole di Enzo Mansueto un continuo bip, come click, una variazione di tempo costante che è il martellare della società e delle sue evoluzioni nei ritmi della mente umana. Bip. Come click. Fino ad instaurare un nuovo rapporto ritmo-mente. Il tutto, veicolato dal ricordo. La tensione dell'uomo in rapporto al suo estendersi oltre il corpo stesso, nella dimensione del ricordo come condizione di r-esitenza, perdurare ritmico dei bip del cuore.

Francesco Aprile