L’atto di nascita ufficiale della storica banda di Lecce porta la data del 1846 ed è il cosiddetto Instrumento di Convenzione. Il 1° agosto del 1846 il Decurionato, presieduto dal sindaco Pasquale Personè, approvò la minuta di contratto e incaricò il notaio Raffaele Bruni ad effettuare la stesura del cosiddetto Instrumento di convenzione, tra il Comune di Lecce e quarantadue artigiani della città. Quei musicanti erano falegnami, barbieri, fabbri, calzolai, selciatori, muratori, ombrellai, sartori, vetturali e guarnamentali.  Ma tra di loro c’erano anche un veterinario e un proprietario. La banda fu attiva solo per tre anni, perché quando nel 1848 il direttore si dimise dall’incarico, molti dei musicanti sottoscrittori della convenzione lo seguirono nella scelta, sciogliendosi dall’impegno con il Comune. A sostituire il maestro Spinelli sul podio fu chiamato il maestro Carlo Cesi, che aumentando l’organico della banda da 42 a 47 elementi riuscì a tenere l’impegno con il complesso bandistico per ben undici anni, fino al 1859. Ma anche l’epoca Cesi cominciò a conoscere il suo declino. Il maestro  fu sostituito dal capo della banda musicale, il professore di musica Giovanni Cammarota. Tuttavia, gli eventi politici che seguirono, dalla spedizione di Giuseppe Garibaldi alla fine della dominazione borbonica, spostarono l’attenzione altrove piuttosto che sulla banda, che pertanto restò quasi inattiva fino al 1866, anno in cui la banda fu ricomposta sotto la guida del maestro Vito Allegretti di Molfetta. La direzione di Allegretti si può certamente dire che fu una delle più longeve: egli fu infatti su podio della banda  fino al 1884. Intanto, nel giugno del 1876 arrivò anche l’approvazione della divisione Territoriale Militare di Bari sulle divise della banda, in precedenza respinta dal Ministero della Guerra perché i fregi alle maniche e treccioline al chepì la facevano somigliare troppo a quella dell’Esercito. Quella divisa fu tra quelle più belle mai usate dalla banda di Lecce, dai colori sgargianti ma dalla foggia forse un po’ bizzarra, tanto che lo stesso bozzetto fu utilizzato nel 1897, voluto dal sindaco Giuseppe Pellegrino. Tuttavia, nei confronti del maestro Allegretti nacque una certa persecuzione. Di fronte a questi eventi, era logico che l’unica soluzione da poter prendere fosse quella di sciogliere la banda. Per questo l’allora sindaco Antonio Guariglia convocò un apposito Consiglio Comunale, con all’ordine del giorno, appunto, «lo scioglimento della banda musicale cittadina e provvedimenti per la sua ricostituzione». Fu presa allora la decisione di nominare un maestro che soprintendesse all’andamento della banda da ricomporsi quanto prima, incarico che fu affidato al maestro Giuseppe Sarno. Allegretti restò in carica fino all’ottobre del 1884, quando fu licenziato con un compenso di 1.020 lire. A dirigere la banda fu chiamato il maestro Giuseppe Palmieri. Nel 1884 nasceva in città una seconda banda, intitolata all’ormai scomparso maestro Carlo Cesi. A fondarla fu il maestro Michele Coniglio-Gallo e restò in vita fino al 1899, quando si sciolse a causa degli scarsi mezzi finanziari su cui poteva contare; in quell’anno il maestro Luigi Nisi formava a Lecce la Banda Popolare, la cui direzione passò nel 1901 al maestro Giuseppe D’Elia Coco che la intitolò Concerto Popolare Giuseppe Verdi. La banda si sfasciò nel 1909 e il maestro D’Elia Coco passò a dirigere la banda di Squinzano. Nel 1895 il sindaco Giuseppe Pellegrino ricostruì la Banda Cittadina, la cui direzione fu affidata al maestro Onofrio Sciacca che allargò l’organico a 48 elementi e introdusse per la prima volta in banda la classe completa dei sassofoni. Nel 1897 il maestro si dimise e la banda restò senza direttore, tanto da indurre il Comune a provvedere alla nomina di un maestro provvisorio, scelta che cadde sul maestro Giuseppe Sarno. Ma neanche Sarno restò a lungo alla guida del concerto cittadino, che il 7 giugno del 1897 si dimise. La banda ritornò sotto la guida del maestro Onofrio Sciacca. Il 6 agosto del 1900 Sciacca si dimise e il 16 agosto l’Amministrazione individuava come direttore del concerto il sottocapo Giuseppe Trento. Il 1901 fu poi un anno di forte crisi per la banda. La cittadinanza ricorse ad una «Petizione al Consiglio Comunale pel mantenimento del sussidio alla Banda Municipale», che portò alla raccolta di 1500 firme, accompagnate da una richiesta da parte dei componenti del concerto che chiedevano di mantenere intatto il sussidio di dodicimila lire annue finora assegnate. Il 1903 i maestri Michele Coniglio-Gallo e Giuseppe Panico radunarono 42 elementi da altri concerti bandistici della città e della provincia, proponendo al sindaco di ricostruire un nuovo concerto bandistico. Il maestro Coniglio-Gallo rassegnò le sue dimissioni e nell’aprile del 1904 la banda si sciolse di nuovo e ricostituita nell’agosto dello stesso anno con un nuovo contratto stipulato tra il sindaco Francesco Falco e il maestro Giuseppe Cariddi. Ma neanche in questo caso la banda non durò a lungo. Un altro tentativo di ricostituzione della banda porta la data del 1907 ad opera del maestro Giuseppe Trento, che riuscì a tenerla in vita solo per quella stagione artistica, dopodiché il concerto fu sciolto definitivamente. Tra i tentativi andati a vuoto, anche quello del maestro Luigi Nisi e le due Guerre Mondiali e le relative conseguenze non fecero certo pensare alla ricostituzione di una banda. Solo nel 1920 fu riorganizzata dal Comune una Banda Cittadina, affidandone la direzione al maestro Cesare Alberto Cricelli. Ma anche questa banda ebbe vita breve e si sciolse poco dopo per fare spazio alla Banda della Milizia, istituita dal Fascio leccese. Ma anche in questo caso, la banda si sfasciò. Da allora fu silenzio per quasi trent’anni. A Lecce la banda ritornò nel 1949. A farsi portavoce delle istanze fu l’allora sindaco senatore Nicola Nacucchi. Nacque così la Banda Cittadina di Lecce, dalla trasformazione in banda da giro della Banda Presidiaria, costituitasi intanto durante l’ultimo conflitto mondiale  e diretta dal maestro Emilio Silvestri.  E proprio al maestro Silvestri fu riconfermata la direzione della rinata banda cittadina. Una grande banda quella appena costituita, sulla cui rinascita si inserì anche l’interessamento di molti notabili della città. Solisti quell’anno erano Ponzo (flicornino concertista), Petrone (flicornino solista), Ingletti (flicorno soprano), Esposito (flicorno tenore), Grams (flicorno baritono) e Cataldi clarinetto concertista).  Alla morte di Silvestri, bisognava assicurare alla banda un direttore d’eccezione. La scelta del direttore cadde allora su un nome di prestigio: il maestro Alfredo D’Ascoli, che l’anno precedente aveva calcato il podio della banda di Gioia Sannitica e che sarà destinato a restare sul podio della banda di Lecce fino al 1971. Alunno convittore del Conservatorio «San Pietro a Majella» di Napoli, D’Ascoli ne uscì, seppur ancora giovanissimo, con diploma di licenza e magistero in Istrumentazione per banda, con licenza di composizione, licenza di pianoforte e diploma di licenza e magistero nel ramo tromba. Con Alfredo D’Ascoli cominciò una vera rivoluzione: il maestro, infatti, operò uno sconvolgimento nel repertorio, puntando tutto su quello sinfonico e in questo scegliendo pagine di alto valore e impegno musicale, come Il volo del calabrone, Sansone e Dalila, Mignon, La Moldava, I Pini di Roma, Sherazade, Il Reggente, Messa da Requiem. Con D’Ascoli nel 1950 nacque dunque un organico prestigioso, completo in ogni sua classe, una vera e propria grande banda in grado di compete con i migliori nomi presenti sulla piazza. Nel 1957 arriva a Lecce Nino Farì come primo clarinetto, Quirino Maiani e Luigi Schito, rispettivamente flicornino concertista e solista che si andarono ad aggiungere a Pietro Fiorillo (flicorno soprano), Alberto Chiriacò (flicorno tenore) e Andrea Erroi (flicorno baritono). E dal 1957 si può certamente dire che a tutti gli effetti l’organizzazione della banda di Lecce passò nella mani di Nino Farì, nelle quali vi restò fino al 1996 divenendone la vera ed unica anima. Nel 1965, anno della morte di Tito Schipa, in omaggio al grande tenore leccese, si pensò di intitolargli la banda, cambiando dunque la denominazione in Città di Lecce «Tito Schipa». L’aggiunta del nome di Alfredo D’Ascoli nella denominazione risale invece al 1980, cinque anni dopo la morte del maestro, avvenuta il 10 gennaio del 1975. Sul podio della banda di Lecce si sono poi succeduti i maestri Gerardo Garofalo, Antonio Reino, Nicola Centofanti, Franco Lentini, Giuseppe Chielli, Mario Cananà, Wolfgang Alexander Kossuth, Raffaele Miglietta, Alberto Martelli, Giovanni Guerrieri, Pino Natale, Nicola Hansalik Samale, Vincenzo Cammarano e Michele Marvulli. Dalla stagione 2000 la banda è organizzata da Enzo Blaco, nome ormai più che noto nel campo bandistico. La prossima stagione artistica 2011 la banda sarà diretta dal maestro Paolo Addesso,{mosimage} per la prima volta sul podio di Lecce. Il professor Paolo Addesso, diplomatosi presso il Conservatorio di musica di Salerno, è anche laureato in sociologia presso l'Università di Udine. Vincitore di concorso presso la Scuola S.A.S. Sezione della Banda Musicale dell'Esercito Italiano, ha conseguito il Master in Direzione d'Orchestra sotto la guida del celebre direttore d'Orchestra Piero Bellugi. Diversi e prestigiosi i riconoscimenti a lui attribuiti, come, tra gli altri, la "Medaglia d'Oro" per il primo posto al Concorso Bandistico Nazionale di Montecorvino Rovella (1994); la "Bacchetta d'Oro" per il primo posto conseguito al Concorso Bandistico di Pignola (2000); la "Bacchetta d'Argento" come migliore Maestro Direttore al 5° Festival delle Bande di Conversano (2000).
È direttore stabile dell'Orchestra Sinfonica dell'I.M.I. di Roma e direttore ospite dell'Orchestra Sinfonica "Madre Teresa" di Tirana (Albania).
Autore di numerosi saggi inerenti la storia della musica, il professor Addesso è anche apprezzato compositore di marce per bande. Fra le sue opere primeggiano "Ginetta", "Lorenzo", "Pignolese", "Villavallelonga" e "Norba e Don Peppino". Ha diretto il Premiato Concerto Bandistico Sinfonico "Città di Caserta" prima di passare alla guida, dal 2003, del Gran Concerto Musicale "Città di Rutigliano.
Solisti saranno: Donato Botrugno (flicornino concertista), Luigi Di Tommaso (flicornino solista), Giuseppe Trivisani (flicorno soprano), Giuseppe Montalto (flicorno tenore), Salvatore Gullì (flicorno baritono), Michele Colluto (clarinetto concertista). Capo banda artistico Francesco Di Gennaro, capo banda amministrativo e vice maestro Michele Lamanna, organizzatore artistico Antonio trevisani. Presidente del concerto è il commendatore Natale Fumarola.