Fondata forse dai Tarantini, subì nei secoli l’occupazione dei Greci, Romani e Longobardi, e fu ripetutamente assediata dai Saraceni e dai Turchi che se ne impadronirono l’11 agosto del 1480, abbandonandosi ad un sanguinoso saccheggio. La città prende il nome dal fiumicello Idro (Hydruntum) che sfocia nel porto. Tra i suoi numerosi monumenti spicca soprattutto la Cattedrale, con lo straordinario pavimento a mosaico del secolo XII, dovuto alla geniale fantasia e perizia del monaco Pantaleone, che ebbe ad intesservi scene tratte dall’Antico Testamento e dall’epopea bretone di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Nella cripta sono armoniosamente fusi, con un suggestivo effetto d’assieme, gli stili architettonici che hanno via via illustrato l’epoca normanno-sveva: basi greche sostengono colonne romane adorne di capitelli bizantini; od anche colonne bizantine culminanti in capitelli classici, o zoccoli marmorei su cui poggiano colonne di porfido terminanti in capitelli di tufo e basalto. Di notevole suggestione è il castello aragonese, risalente al XVI secolo, di pianta poligonale, munito di torrioni cilindrici angolari. La Basilica di San Pietro, di stile bizantino, accoglie numerosi affreschi appartenenti a varie epoche, e colonne riccamente lavorate. La Chiesa di San Francesco, eretta a ricordo perpetuo degli ottocento martiri dell’assedio turco del 1480, racchiude nella sua epigrafe murata l’intera storia del paese. Costituiscono infine un’interessante attrattiva le cosiddette “Grotte di Enza”, che risalirebbero dal 4000 al 2000 a.C. e le “Grotte del Cervo” ( presso Porto Badisco), risalenti al periodo neolitico. ( * )
La straordinaria storia di Otranto ha ispirato numerosi artisti e scrittori, uno su tutti il conterraneo Carmelo Bene che ad Otranto risiedeva abitualmente. “Otranto” di Roberto Cotroneo è un romanzo ambientato nella bella cittadina sul mare. La trama: Una restauratrice olandese arriva ad Otranto, la città più orientale d’Italia, per lavorare al grande mosaico del dodicesimo secolo che occupa l’intero pavimento della cattedrale. A poco a poco scopre di non essere lì per caso, ma di aver seguito i fili di una storia misteriosa e familiare che parte da lontano percorrendo attraverso i secoli strade impreviste e suggestive. Nelle pagine di questo intenso romanzo, Roberto Cotroneo ha lavorato con le tessere delle storie private e delle leggende, dei prodigi e delle dicerie, dei sogni e delle premonizioni creando un mosaico il cui sapiente disegno si fa evidente soltanto alla fine. Un disegno che “ si immerge di continuo nel mare profondo dei pensieri divini”, del caso e della verità, del destino e del sacro.
“A ciascun uomo nella vita capita almeno un’ora in cui dare prova di sé; viene sempre per tutti. A noi l’hanno portata i turchi”: così si esprime uno dei personaggi del romanzo, dando la chiave di lettura più autentica del lavoro di Maria Corti. Romanzo storico di ampio respiro, “L’ora di tutti” offre più di un livello di approfondimento e di analisi. A un primo livello c’è la storia: le galee turche che approdano a Otranto nell’anno 1480 e il popolo dei pescatori otrantini, il suo brivido di stupore di fronte all’appuntamento che il destino gli prepara, la sua squisita capacità di comportarsi bene, una volta caduto nella rete di avvenimenti che lo sovrastano. A un secondo livello, l’epopea otrantina si fa allegoria di ogni lotta sostenuta da una collettività umana contro l’invasore per difendere la propria identità storica e culturale: e quale collettività più simbolica di quello che fu il profondo e frustrato Sud? Da esso salgono fino a noi cinque voci recitanti, che danno originale struttura all’opera, cinque personaggi (Colangelo il pescatore, Zurlo, Idrusa, Nachira e Aloise De Marco) che parlano in prima persona ed evocano con nettezza ciò che hanno visto, lontani o vicini l’uno con l’altro.
La straordinaria storia di Otranto ha ispirato numerosi artisti e scrittori, uno su tutti il conterraneo Carmelo Bene che ad Otranto risiedeva abitualmente. “Otranto” di Roberto Cotroneo è un romanzo ambientato nella bella cittadina sul mare. La trama: Una restauratrice olandese arriva ad Otranto, la città più orientale d’Italia, per lavorare al grande mosaico del dodicesimo secolo che occupa l’intero pavimento della cattedrale. A poco a poco scopre di non essere lì per caso, ma di aver seguito i fili di una storia misteriosa e familiare che parte da lontano percorrendo attraverso i secoli strade impreviste e suggestive. Nelle pagine di questo intenso romanzo, Roberto Cotroneo ha lavorato con le tessere delle storie private e delle leggende, dei prodigi e delle dicerie, dei sogni e delle premonizioni creando un mosaico il cui sapiente disegno si fa evidente soltanto alla fine. Un disegno che “ si immerge di continuo nel mare profondo dei pensieri divini”, del caso e della verità, del destino e del sacro.
“A ciascun uomo nella vita capita almeno un’ora in cui dare prova di sé; viene sempre per tutti. A noi l’hanno portata i turchi”: così si esprime uno dei personaggi del romanzo, dando la chiave di lettura più autentica del lavoro di Maria Corti. Romanzo storico di ampio respiro, “L’ora di tutti” offre più di un livello di approfondimento e di analisi. A un primo livello c’è la storia: le galee turche che approdano a Otranto nell’anno 1480 e il popolo dei pescatori otrantini, il suo brivido di stupore di fronte all’appuntamento che il destino gli prepara, la sua squisita capacità di comportarsi bene, una volta caduto nella rete di avvenimenti che lo sovrastano. A un secondo livello, l’epopea otrantina si fa allegoria di ogni lotta sostenuta da una collettività umana contro l’invasore per difendere la propria identità storica e culturale: e quale collettività più simbolica di quello che fu il profondo e frustrato Sud? Da esso salgono fino a noi cinque voci recitanti, che danno originale struttura all’opera, cinque personaggi (Colangelo il pescatore, Zurlo, Idrusa, Nachira e Aloise De Marco) che parlano in prima persona ed evocano con nettezza ciò che hanno visto, lontani o vicini l’uno con l’altro.
A cura di Stefano Bonatesta
( * ) Fonte: Le notizie storiche artistiche, sono state tratte da pag. 142 del volume " Lecce e i suoi comuni " a cura di Roberto Boiardi - Herald editore (1997) - "guida alle Province d'Italia"