Facile condividere il pessimismo oggigiorno, soprattutto se cosmologico, e non metafisico. Facilissimo sparare a zero su tutto, maturare ostilità, convincersi della positività dell'isolamento. Altrettanto facile, per altri, perdersi nel cattivo uso della contemporaneità, nella virtualizzazione dell'ente, nell'essenza blasè della metropoli, alla maniera simmeliana. Difficile è “L'altro. L'amore. L'amore L'amore. Sì. Null'altro.”, alla maniera in cui Francesco S. Dòdaro insegna nella sua prima New Page. La comunione con l'alterità, come una possibilità di salvezza. La comunicazione nel senso di rendere comune. Donarsi. Dunque New Page, narrativa in store. In mostra a Cavallino, presso la Biblioteca Comunale “Gino Rizzo” i testi degli autori che dal 2010 ad oggi hanno aderito all'ultimo movimento letterario del già citato Francesco S. Dòdaro. E di un movimento nel vero senso della parola si dovrebbe parlare, se pensiamo all'adesione attiva di autori stranieri, oltre che italiani: Bartolomè Ferrando e Patricia Aguilera Arroyo dalla Spagna, Victor Jacono da Malta, Elvira Cordileone dal Canada, Ayham Agha dalla Siria, Ahmed Hamed Ahmed dall'Egitto, Vanessa Bile-Audouard dalla Francia.
Tra gli italiani invece: Francesco Saverio Dòdaro, Teresa Maria Lutri, Elisabetta Liguori, Francesco Aprile, Mauro Marino, Antonio Palumbo, Rossano Astremo, Elio Coriano, Serena Stìfani, Giuseppe Cristaldi, Vito Antonio Conte, Stefano Donno, Giuliano Ingrosso, Lea Barletti, Francesco Pasca, Marianna Massa, Erika Sorrenti, Alessandra De Luca, Ennio Ciotta, Domenico Ingenito e Dino Levante.
Tra gli italiani invece: Francesco Saverio Dòdaro, Teresa Maria Lutri, Elisabetta Liguori, Francesco Aprile, Mauro Marino, Antonio Palumbo, Rossano Astremo, Elio Coriano, Serena Stìfani, Giuseppe Cristaldi, Vito Antonio Conte, Stefano Donno, Giuliano Ingrosso, Lea Barletti, Francesco Pasca, Marianna Massa, Erika Sorrenti, Alessandra De Luca, Ennio Ciotta, Domenico Ingenito e Dino Levante.
Una mostra, quella a Cavallino, grazie alla quale il lettore attento non potrà fare a meno di riconoscere ed apprezzare i tre momenti essenziali che fin'ora hanno scandito l'evoluzione di questo esperimento letterario. Le cento parole, innanzitutto. L' efficacia della sintesi come risposta alla frenesia della quotidianità. L'immediatezza della più semplice corrispondenza tra pensiero e parola. Il lògos, dunque, in cui discorso e ragione s'incontrano. La possibilità, o magari la speranza, dell'emittente di raggiungere il destinatario. Da qui il crowner, secondo atto rivoluzionario, e provocatorio forse. Nell'epoca in cui la letteratura si fa business, scrivere su pannelli espositivi mobili. Raccogliere l'eredità del tempo storico degli spot. Pubblicizzare i segni, i suoni, le pause. Nella forma e nel contenuto cogliere l'hic et nunc. Non rifuggire dal reale, ma stamparlo su carta. Con un respiro nuovo, godere del detto. E siamo al momento della punteggiatura. Un nuovo apparato pausativo. “New Page: l'apparato pausativo del terzo millennio. La svolta postgrammaticale e il respiro sublimare della narrativa”. In un indimenticabile intervento in occasione della rassegna “le mani e l'ascolto”, tenuta al Fondo Verri nel gennaio di quest'anno, lo stesso Dòdaro ha ripercorso la storia dei segni d'interpunzione: dalle chiusure brusche del periodo all'addio al punto e virgola, dalla scrittura digitale al romanzo senza parole, solo punteggiatura. “L'ortografia è morta, amen”. E, pochi giorni dopo, la terza new page di F.Saverio Dòdaro: “Le prime notti stellate”, testo completamente privo di punteggiatura.
Son belle le New Page, così pure sugli scaffali dei libri, così umane. Da far girare la testa, in tutto quel turbinio di parole, che ti restano negli occhi.
“e me ne sto in questo miracolo di faccia al sole
d'un'altra sigaretta tra le dita” *
“è lotta la parola. mai ferma. Ora” **
“Mamadou. Il freddo è finito. Vedrai che in estate si sta bene come in Africa.” ***
“Son venuto qui con asciugamano tinto di rosso cupo,
con vespa rossa e l'Unità, sul petto,
sotto la giubba, a proteggere, come nell'antico andare.” ****
“Mamadou. Il freddo è finito. Vedrai che in estate si sta bene come in Africa.” ***
“Son venuto qui con asciugamano tinto di rosso cupo,
con vespa rossa e l'Unità, sul petto,
sotto la giubba, a proteggere, come nell'antico andare.” ****
La mostra, iniziata il 1 luglio, sarà visitabile fino a dicembre 2011 in orario di apertura al pubblico della biblioteca (dal lunedì al venerdì ore 9.00-13.00; martedì e giovedì ore 16.00-18.00).
Biblioteca Comunale “Gino Rizzo”, via Amendola angolo via Europa, 73020 Cavallino (LE)
Tel./Fax 0832 612002 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Erika Sorrenti
* New Page (N. P.), Rock your soul, di Vito Antonio Conte
** N. P., Parole come di spine, di Francesco Aprile
*** N. P., Mamadou, di Teresa Maria Lutri
**** N. P., Come nell'antico andare, di Mauro Marino