Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)
7 marzo- 19 aprile 2009

Ma io,
come farò a diventare un mito, povero pescatore
di amuleti,
con un’ostrica al posto del cuore?
Rina Durante


Si apre sabato 7 marzo alle ore 18.00 il “salotto” di Cavallino dove “Il colore delle parole” assumerà il tono e la nuance del Futurismo. La location è la Sala Consiliare di Palazzo Ducale.

La rassegna “Il colore delle parole”, curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco, nasce dalla volontà dell’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge ed è promossa dall’Assessore alla Cultura on. Gaetano Gorgoni, del Comune di Cavallino.

I due curatori, hanno inteso iniziare questo percorso con un evento legato al Futurismo, in concomitanza con la mostra che l’Amministrazione Comunale di Cavallino ha realizzato, dimostrando così, ancora una volta, grande sensibilità e attenzione verso l’arte.

Gli incontri proseguiranno domenica 15 marzo alla scoperta del Pescatore di amuleti di Rina Durante, interprete della complessità della cultura salentina, in compagnia di Luisa Ruggio; domenica 29 marzo la mano amica di Elisa Albano ci accompagnerà nella conoscenza di sé e del proprio valore verso una vita eccellente che possiamo realizzare individuando potenzialità e obiettivi che esprimono in pieno la nostra personalità rendendoci sereni e appagati; infine domenica 19 aprile la conclusione del viaggio appunto nel Colore delle parole di Maria Corti con una narratrice di eccezione: Giuliana Coppola che ci condurrà per mano nel mondo della “Signora delle lettere italiane” ricordando sia i suoi fondamentali studi di teoria e di storia letteraria, sia la sua produzione narrativa, sia infine la sua attività di critica militante.

Maria Corti scrisse: “Le parole passano come il vento, non hanno casa le parole” ma il loro colore resta impresso nella nostra memoria.

7 marzo futurista.

Letture di poesie dei maggiori esponenti del futurismo, Gian Pietro Lucini, Corrado Govoni
Marinetti, Aldo  Palazzeschi, Luciano Folgore, Depero con Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo.

Intervento musicale del M. Fulvio Palese e del M. Alessandro Trianni: KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone (1933) di Paul Hindemith(1895-1963)

Banchetto futurista con aperitivo, a cura di Roberto Bergamo- work in progress di un Banchetto futurista,

sabato   07 marzo ore 18.00

La serata del 7 marzo avrà inizio alle 18.00 si alterneranno momenti di poesia, musica e gusto, tutto nello stile futurista. Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo ci daranno un assaggio della poetica dei futuristi fondata sulle “Parole in libertà”, ovvero la programmatica disintegrazione delle strutture sintattiche all’insegna dell’“immaginazione senza fili”; l’analogia sostituisce la vecchia metafora e diventa l’unico mezzo di rappresentazione (irrazionale) del flusso misterioso e fermentante del vivente. La poetica futurista celebra i prodotti della scienza e della tecnica e la proiezione totale dell'uomo verso il futuro. I futuristi introdussero nelle poesie onomatopee, suoni ritmati e rumori, dove le strofette senza senso intervallano strofe vere e proprie che hanno l’effetto di divertire e provocare le reazioni di un pubblico anonimo e il dialogo tra questo e il poeta; un “concertato di voci” anonime in cui si avverte anche quella del poeta.

Seguirà un breve concerto di Paul Hindemith (1895-1963) che Filippo Tommaso Marinetti definì "esponente del macchinismo futurista", trovando legami nell'opera Neues vom Tage con la Macchina del Cioccolato di Marcel Duchamp. Saranno il Maestro Fulvio Palese e il Maestro Alessandro Trianni  ad eseguire “KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone

Il work in progress di un Banchetto futurista, curato dall’artista Roberto Bergamo, accompagnato dalla voce di Massimiliano Manieri e con elaborazione video di Claudia Ingrosso, proietterà il pubblico nel mondo della cucina futurista cogliendone i colori, il profumo, il gusto. La cucina futurista sviluppatasi all'inizio del Novecento si legava alle idee del futurismo. Nel 1914 il cuoco francese Jules Maincave aderì al futurismo, proponendo quindi l'accostamento di nuovi sapori ed elementi fino allora "separati senza serio fondamento". Il 20 gennaio 1931 Marinetti pubblicò il Manifesto della cucina futurista, sulla rivista «Comoedia». Secondo Marinetti bisognava eliminare la pastasciutta, così come forchetta e coltello e condimenti tradizionali, e incoraggiare l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
 
    Gianluca Calò