L’ultimo libro di Maria Pia Romano incanta con la leggiadria delle parole esattamente come il Salento ammalia il suo visitatore. L’autrice ne "L’anello inutile" racconta la sua terra con slanci poetici che rendono la lettura squisita e sono in molti ad averla preferita visto il successo riscontrato. Un affiatamento già assodato quello tra Besa e la poetessa salentina che, giunta alla sesta pubblicazione, trova sempre nuovi escamotage per narrare di un sud che diventa un luogo interiore, uno spazio del cuore. Il romanzo è diviso in quattro capitoli, acqua, aria, terra, fuoco a loro volta caratterizzati da alcuni elementi come sorsi, respiri, passi, scintille, ciascuno di essi stila le reti di una trama che appare come il monologo interiore dei personaggi che rincorrono la felicità ossia l’anello mancante. Ogni esistenza vive di luce abbagliante e di buio pesto come la notte, ognuno rincorre un sentimento che seppur evanescente ci illudiamo possa regalarci il senso della vita. Maria Pia Romano regala sogni o per lo meno una serie di pretesti per sognare attraverso le acute descrizioni del dolce salento, portandoci dalle campagne delle Orte al faro della Palascìa. Elemento onnipresente è il mare inteso come fonte di vita e l’autrice è una donna che dall’acqua trae fonte di ispirazione. L’elevata sensibilità che si nota fra le righe della "novella lirica" sono state apprezzate anche a livello nazionale in particolare dal Sole24Ore che il 21 Agosto ha consigliato la lettura del romanzo. Romano vive di successi e gratificazioni come la traduzione delle sue poesie che l’hanno portata ad essere apprezzata anche in Brasile durante il festival della letteratura italiana. Ma colui che tenta di conquistarla rischierà di perdersi inseguendo il filo rosso che lega la terra, il cielo e l’acqua, proprio come il Salento, luogo troppo selvatico per essere posseduto.

di Paola Bisconti