In occasione della Giornata delle Oasi indetta dal WWF vi invitiamo a tenere in considerazione le bellezze naturali del Salento. In attesa dell’estate riscopriamo quelle zone protette che sono state considerevolmente messe a repentaglio da imprenditori senza scrupoli intenti a realizzare i loro loschi progetti di cementificazione tentando di privatizzare i beni naturali che in realtà appartengono a tutti. Tuttavia nella gran parte dei casi a vincere è stata la natura prorompente e rigogliosa con molte peculiarità tutte da scoprire. Poco distante da Lecce, con un tratto di costa lungo 4 km, sorge il parco del Rauccio, un’ampia foresta che comprende due bacini, Idume e Fetida, caratterizzati da ampie zone paludose che attraverso i canali consentono il flusso delle acque nel mare. Il parco ospita uno spettacolare scenario di fauna e flora, infatti, dal bosco di leccio fino alle dune volano numerose specie di uccelli migratori. Il parco, inoltre, ospita la masseria Rauccio dove sorge anche la torre colombaia e una cappella, reperto di una vita religiosa. Sempre nelle vicinanze della città barocca si può visitare in quello che era l'antico porto Adriano, le Cesine che furono istituite nel 1977 e sono gestite dal WWF dal 1980. La riserva acquisisce il nome da seges che significa zona incolta e abbandonata ed è simboleggiata dal  moriglione che indica l'anatra tuffatrice, una specie molto presente negli stagni dell'oasi. A separarla dal mare vi sono delle dune sabbiose e chiunque in estate frequenta la spiaggia adiacente alla riserva non può fare a meno di ammirare i volatili che aleggiano nel cielo. Il viaggio prosegue lungo la costa adriatica per dirigerci verso Otranto, Santa Maria di Leuca fino a raggiungere il bosco di Tricase. Si tratta di un immenso parco naturale regionale istituito nel 2006 con l'obiettivo di salvaguardare le rare specie di animali e di vegetali. In questo lungo tratto è quasi obbligatorio sostare dinanzi ai laghi Alimini che sono circondati da una folta pineta. Il lago grande è soprannominato le “Fontanelle” e ha delle sponde rocciose tranne che in un lato dove sorge la palude di Traugnano. Il lago piccolo, invece, è chiamato Strittu e le sue acque dolci si riversano nel lago grande dove a sua volta sfociano nel mare. Da questo versante volgiamo lo sguardo a quello ionico per conoscere il parco di Porto Selvaggio dove si nota la splendida Montagna Spaccata, a Sannicola, così denominata perché nel 1930 fu letteralmente divisa a causa di uno scempio edilizio. Poi troviamo la palude del Capitano, ad ovesti di Nardò, che fu istituita nel 2006 dal FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) e comprende una vastissima pineta che fino al 1950 fu proprietà dei baroni Fumarola. In seguito è stata avviata un'opera di rimboschimento che l’ha resa una distesa verdeggiante grazie alla presenza di alberi di pino. Il bosco offre un meraviglioso esempio di macchia mediterranea, molto presente anche nella palude del Conte, area umida, classificata dall'Unione Europea in pericolo d'estinzione. Dall'area marina di Porto Cesareo raggiungiamo così la città gallipolina dove si può visitare l'isola di Sant'Andrea situata a 1800 metri di distanza dalla terra ferma. Nel bosco di Cerano, invece, situato tra Brindisi e San Pietro Vernotico, la natura è stata sfortunata perché ha subito l’installazione di una centrale termoelettrica decisamente dannosa per l’ambiente e per i cittadini a causa dell'emissione di biossido di carbonio. Il bosco, tuttavia, fronteggia il pericolo offrendo un terreno di crescita per le specie arboree, il leccio e tutto ciò che arricchisce una fitta macchia mediterranea. Nel sacro silenzio in cui affonda non osiamo svegliarla dal sortilegio del tempo, si tratta del parco nazionale della Serra a Supersano istituito nel 1996 che custodisce una cripta bizantina nella pineta sorta su una lieve altura da dove è possibile ammirare l'intera estensione del paese.

di Paola Bisconti