1.
 
Giovanni Presta (Gallipoli, 24 giugno 1720 - Gallipoli, 18 agosto 1797), visse a Gallipoli, dove esercitò la professione di medico, fino a quando acciacchi di varia natura gli impedirono di continuare nell'esercizio della professione. Da qui iniziò ad interessarsi agli aspetti economici di Terra d'Otranto, con un occhio di riguardo al settore dell'agricoltura che, anzi, considerava "come una delle fonti più cospicue della economia italiana del suo tempo" (Iannuzzi, P., Giovanni Presta. Medico e ulivicoltore salentino). 
 
2.
 
Dopo un decennio dedicato allo studio dell'agricoltura, espose i risultati di tali studi nei volumi "Memoria intorno ai sessantadue saggi diversi di olio presentati alla Maestà di Ferdinando IV" e "Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l'olio".
 
3.
 
In "Memoria intorno ai sessantadue saggi diversi di olio presentati alla Maestà di Ferdinando IV" presentò uno studio ad ampio raggio, la cui analisi prendeva le mosse a partire da un accurato studio del passato, delle modalità produttive e d'uso dell'olio in tempi lontani. Osservò che se un tempo l'uso dell'olio era rivolto dalla cura del corpo all'illuminazione, dopo la caduta dell'impero romano si puntò sulla quantità, venendo meno la qualità del prodotto. Dopo queste prime osservazioni passò all'analisi dei diversi tipi di olio che distinse in base ai diversi periodi di raccolta delle olive e, quindi, al differente grado di maturazione di queste. In particolare si soffermò sullo studio di una tipologia d'oliva, la più diffusa in Terra d'Otranto, chiamata "Ogliara", dai latini fu denominata "Salentina". Proseguì la sua analisi distinguendo i diversi tipi di olio in base alle diverse varietà di olive. 
 
4.
 
"Dei georgici, storici e naturalisti antichi attrassero maggiormente la sua attenzione Catone, Virgilio, Dionisio d'Alicarnasso, Varrone, Dioscoride, Tito Livio, Plinio il Vecchio, Plutarco, Columella, Palladio Rutilio Tauro Emiliano, le opinioni dei quali vagliò al lume della propria esperienza; gli esperimenti li continuò — come si è detto — per un decennio. Ebbe così la possibilità di aggiornarsi, di fare nuove scoperte nel campo olivicolo e oleario, di modificare opinioni prima di lui non controllate, di correggere errori di valutazione e di procedimento. Il trattato consta di due parti, precedute da una interessante prefazione. Vi si afferma che l'autore, in seguito a molti ed accurati esperimenti, potè inviare undici sorta di olio a Caterina II di Russia e sessantadue al re di Napoli Ferdinando IV, tramite il ministro Palmieri ( come riconoscimento dell'importanza dei suoi studi e dei suoi esperimenti il Presta ebbe dall'imperatrice di Russia una medaglia d'oro e duecento zecchini, dal re di Napoli una medaglia d'oro e una pensione di trecento ducati annuì)" (Ibidem, p. 459).
 
 
f. a. (a cura di)