“Scrivere polvere” è il titolo del romanzo d’esordio di Daniele Semeraro, giovane scrittore pugliese, residente a Martina Franca, che oltre ad essere un cantautore e suonare la chitarra, ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Lupo Editore che ha fiuto in fatto di talenti, ha collocato il libro di Semeraro nella collana “Incipio” dedicata ai promettenti scrittori che vivono la letteratura come affermazione non retorica dell’identità. Nel romanzo, infatti, l’autore tenta nelle 204 pagine che lo compongono, di donare un’anima a due personaggi che a causa degli stereotipi e dei pregiudizi di una società che tentava di rialzarsi dalla seconda guerra mondiale, vivevano le proprie angosce nella loro solitudine. L’eccezionalità della trama ambientata nella Valle d’Itria, sta nel fatto che Maria, la tarantolata, si incontra con un povero balbuziente, trovando in lui un universo di sentimenti ed emozioni. Il loro rapporto si sviluppa in un contesto affascinante qual’è lo splendido paesaggio fatto di incantevoli campagne di ulivi secolari, di muretti a secco, di assolate contrade, di piccole chiese e grandi masserie. Poi c’è la pizzica, una musica che dona un ritmo seppur delirante, ai due protagonisti che insieme vorrebbero fuggire dalla rassegnazione delle proprie vite. Così si perdono ognuno nell’esistenza dell’altro finchè l’uomo, un  poetucolo maledetto, scopre le atroci verità che costringono Maria al mutismo. Il romanzo “Scrivere polvere” è stato definito da Cosimo Argentina, che ha curato la prefazione, piccolo, strano, contorto. Un libro dove “folli maschere umane danzano davanti alle chiese del Sud più crepuscolare”.

di Paola Bisconti