Da qualche anno a questa parte si è attribuito persino al mestiere più antico del mondo, un termine moderno. Lo si è fatto impiegando la lingua universale: si tratta delle “escort”, le prostitute del nuovo millennio. Il ruolo che rivestono all’interno della società più corrotta e subdola che purtroppo esiste e persiste ha ispirato registi, scrittori e poeti. Sarà per il fascino e l’eleganza che le circonda nonché dal lusso sfrenato nel quale le ammalianti donne gongoleggiano fra politici, imprenditori e molti altri che vivono dei privilegi della casta, tuttavia esiste una differenza sostanziale tra coloro che scelgono di svolgere questo tipo di professione e chi purtroppo è costretta a farlo perché incappata in un meccanismo che non lascia via d’uscita. La prostituzione quindi è un fenomeno sociale particolarmente complesso e delicato che miete ogni anno un numero altissimo di vittime per giunta di tutte le età. Percorrendo quelli che sono i risvolti storici e i contesti urbani dove il mercato del disonore ha raggiunto i picchi più alti e i traffici sono stati a dir poco fiorenti si scopre a malincuore che in alcuni casi sono state le madri stesse a “vendere” le proprie figlie per soccombere a una situazione di estrema povertà. La professoressa Anna Maria Colaci ha focalizzato l’attenzione sulla questione raccogliendo le sue ricerche e le osservazioni nel libro “Rieducare. Eros e costumi in Terra d’Otranto” edito da Milella. Lo studio certosino degli atti giudiziari svela le tante storie di giovani ragazze adolescenti costrette a subire una delle vergogne più grandi: la vendita del proprio corpo. L’autrice si sofferma sui fatti risalenti al secolo scorso, negli anni Venti, quando nel “Sud del Sud” si pativa la fame e la miseria e per soccombere all’estrema povertà si ricorreva a metodi lungi dall’essere dignitosi. Il volume vergato dalla docente dell’Università del Salento ha un fine pedagogico che mira a cogliere la sofferenza umana delle vittime che emergono nel testo. La minuziosa ricerca fra i documenti fa emergere anche i tentativi di legalizzare il fenomeno “normalizzandolo” attraverso l’introduzione delle case chiuse che furono presenti e attive nelle città salentine come in tutto il resto d’Italia. Il libro offre una nuova prospettiva di “rinascita” rivolta soprattutto a coloro che hanno minimizzato il problema sottovalutando le drastiche conseguenze psicologiche oltre che a livello sanitario (considerata l’alta incidenza di trasmissione di malattie contagiose) alle quali sono sottoposte le vittime. Con il ricavato della vendita del libro si costruirà una scuola in Africa, terra dove la tratta degli esseri umani sembra non essersi arrestata nonostante le potenze coloniali non esistano più. Dal continente nero infatti la gran parte delle donne che raggiunge il nostro Paese coltivando il sogno di vivere una vita migliore rispetto alla precedente rimane inconsapevolmente incastrata nei traffici gestiti dalle mafie italiane. A tal proposito intendo citare Isoke Aikpitanyi che è riuscita a salvarsi dalla tratta della prostituzione e sta portando avanti una nobilissima lotta affinchè sia possibile “rieducare” la cittadinanza intera a non incrementare né a favorire lo squallido fenomeno.

di Paola Bisconti