L’informazione è una gamba della democrazia e per far sì che i nostri diritti siano rispettati è indispensabile sapere, conoscere quindi diffondere e divulgare tutto ciò che può contribuire a vincere delle piccole grandi battaglie. Ecco perché questa settimana ho deciso di presentarvi “Quattro corsie e un funerale. 275 No al Salento sfregiato”, un instant book scritto dal giornalista Francesco Greco e pubblicato da Edizioni Miele. Le 168 pagine del libro raccolgono le testimonianze e i contributi giornalistici e letterari di firme nazionali e internazionali. Greco nel suo testo ospita 40 firme di intellettuali pronti ad esprimere il loro “No” contro la speculazione edilizia, la cementificazione di una vasta area di macchia mediterranea, la distruzione di reperti preistorici quindi contro l’annullamento dell’anima del Salento. Dopo un anno e mezzo di lavoro, l’autore ha dato alla luce un valido testo dove ci si sofferma sulla questione attinente alla strada statale Lecce-Maglie (ss 16-275), si tratta del prolungamento e l’ingrandimento di un’autostrada che favorirà la percorrenza del tragitto che collega Maglie a Santa Maria di Leuca. Quest’opera però prevede una spesa esorbitante che ammonta a 288 milioni di euro per la costruzione di un mostro d’asfalto, un’ampia arteria a 4 corsie con una maxi rotatoria di 1,5 km di circonferenza, sottopassi e sovrappassi, gallerie artificiali, rampe d’accesso o d’uscita e un viadotto per oltrepassare un’area di cave di pietra. Il progetto affidato alla Prosal, impresa appaltatrice, è stato presentato come una soluzione al problema del traffico e come una garanzia agli incidenti che si sono verificati sulla strada, sono in molti tuttavia a non riscontrare gli stessi benefici. Com’è stato ampiamente descritto nell’instant book la cui copertina è stata realizzata dal pittore Roberto Russo, il progetto grafico gestito dallo scultore Antonio Pizzolante e le foto effettuate da Dario Carbone, sono numerose le conseguenze negative perchè l’area interessata rischia di essere danneggiata irreparabilmente a causa dello sradicamento di ben 4000 alberi d’ulivo che dovrebbero essere tutelati come sancisce un decreto approvato dalla Regione Puglia, l’ente invece non ha esitato ad approvare un piano devastante in termini ambientali e di tutela del territorio. La zona caratterizzata dai muretti a secco, dai viottoli che conducono nelle campagne dove sorgono preziosi tratturi e splendide masserie dove si coltivava la vite e il tabacco, si macinavano le olive nei magnifici frantoi ipogei, si schiacciava il grano sull’aia detta “Terra”, dove da una piccola altura si possono ammirare l’isola greca di Fano e i monti albanesi, rischia di essere deturpata. Lì dove un tempo si fermò l’eremita San Paconio e un trono ne segna il suo passaggio insieme all’incantevole cripta di Sant’Apollonia sembra che la minaccia dell’asfalto sia pronta ad eliminare il passato, ad essere calpestato con la forza dei cingoli di un escavatore che non esiterà a scavare nella terra una fossa dove saranno sepolti i ricordi di un bene comune che si chiama storia e appartiene ad ognuno di noi. Francesco Greco attraverso il suo libro cerca di sensibilizzare i cittadini raccogliendo le testimonianze di antropologi, architetti, archeologi, giornalisti, scrittori ma anche personaggi noti come Riccardo Scamarcio e Romina Power. Nel volume sono saggiamente citate alcune opere letterarie come “La leggenda di domani” scritta da Maria Corti e poetiche come i versi di David Maria Turoldo e ancora quelli del poeta Michalis Katsaros compositore de “Il mio testamento”. Affascinante è l’estratto di un brano scritto da Pier Paolo Pasolini in seguito ad una visita qui nel Salento pubblicato da ChiareLettere in “Colata”. Nel testo di eccezionale importanza si sottolinea anche la mancata partecipazione dei salentini che non hanno saputo dimostrare una fervida opposizione al progetto come invece è accaduto in Val di Susa dove la partecipazione dei cittadini è stata clamorosa. Ci sono però delle felici realtà come il Comitato 275  presieduto da Vito Lisi che da anni si sta battendo contro questa scempiaggine tentando insieme a Francesco Greco e a tutti quelli che come lui amano la propria terra di difenderla e salvaguardarla. Nell’instant book, infine, pubblicato “fuori collana” ci si interroga sul perché queste risorse economiche non siano state investite nella linea ferroviaria locale ferma ancora al 1908, con un solo binario e senza elettrificazione oppure del motivo per cui non si creano delle piste ciclabili o delle ippovie per favorire un turismo verde in grado di far accostare il visitatore al cuore del Salento.

di Paola Bisconti