Ancora un anno è una raccolta poetica di Salvatore Toma, con testi che vanno dal luglio del ’78 al gennaio dell’80, edita per la prima volta nel 1981 da Capone Editore, poi ristampata nel 2007, dallo stesso editore, in occasione del ventennale della morte del poeta.
 
Lo stato di naturalità nello scorrere delle cose, della vita. Derive, approdi, la contemplazione attiva come cura dell’elemento naturale che circonda l’essere umano, ingabbiato nella non naturalità della sua inadattabile adattabilità. La costruzione del verso che s’articola, s’arrampica, desta il puer poietico nella condensazione di una poetica dei contrasti, dei conflitti, che nella matrice oppositiva mondo naturale-mondo non naturale si generano. La condizione poietica che s’intravede nelle parole di Toma s’afferma come tesa su tale costruzione oppositiva che emerge nella primitività surrealista di un rifugio naturale, o della/nella naturalità, nel sogno come culla della libertà che svolge un ruolo sostitutivo della vita reale, la cui comprensione sfocia in una naturale oltre-vita che dalla incolmabile mancanza e dall’opprimente strutturazione sociale, artificialmente umana, s’innesta in un processo per cui il significante “natura” come mezzo per una compensazione, o proiezione della surrealtà del sogno, si pone nell’essenza di un oltre natura che realizza la sua  condizione poetica nella figura che assume la morte nei versi del poeta, salvo sfociare in una via salvifica che in Toma si concentra nello scorrere di un Uroboros poetico, tracciato nella sfericità di un Dio/Terra (natura) che si muove come filo conduttore nelle immagini continuamente evocate, risolvendo la formulazione poetica in un circolo interpretativo che è matrice di versi e cicli naturali, emotivi, sognati e sognanti.

Francesco Aprile
2013-01-28