Anche il turista più distratto avrà avuto modo di notare l’abbazia di San Mauro che sorge sulla collina dell’Alto lido di Gallipoli, a Sannicola, lungo la strada che conduce alle marine di Nardò. In quel luogo un tempo denominato “Orthòlithon” che significa rupe dritta, si erge la più antica e importante testimonianza dell’insediamento dei monaci basiliani nel territorio salentino. Un recente restauro ha permesso la rinascita di un eccezionale reperto storico che rischiava di essere sepolto dall’indifferenza e dal degrado. Poco più di un anno fa, infatti, un gruppo di teppisti ricoprirono di vernice rosa il tetto dell’abbazia rovinando anche le pareti esterne dell’edificio. I vandali erano certi di poter agire senza essere ripresi dalle telecamere di sorveglianza dato che nella zona intorno non risulta esserci nessun tipo di allaccio alla rete elettrica. Oggi dopo un secolo di totale abbandono della chiesa italo-greca, l’amministrazione comunale di Sannicola ha provveduto alla riqualificazione dell’edificio avviando una serie di lavori affidati allo Studio Costantini, che ha consentito la scoperta di meravigliosi affreschi medievali che rischiavano di essere perduti per sempre. Sergio Ortese, storico dell’arte, ha diffuso i tesori custoditi all’interno dell’edificio pubblicando le immagini nelle 136 pagine del volume intitolato “Sannicola. Abbazia di San Mauro. Gli affreschi sulla serra dell’alto lido presso Gallipoli” edito da Lupo e collocato nella collana “De là da mar”. Il libro offre una ricca raccolta iconografica che consente al lettore di osservare i dettagli di ogni tavola grafica sapientemente curata dall’autore Ortese insieme ad altri nove esperti: Mario Cazzato, Giuseppe M. Costantini, Manuela De Giorgi, Marina Falla Castelfranchi, Francesco Gabellone, Davide Melica, Valentino Pace, Giovanni Quarta, Ritana Schirinzi. Per la stessa collana il leccese Sergio Ortese aveva scritto vari volumi che si soffermano sui luoghi del cuore dei salentini e non solo, come la cripta di Santa Maria della Grotta di Ortelle, la chiesa di Santa Maria de Itri a Nociglia e la cappella della Maddalena nel castello di Copertino. L’abbazia di San Mauro rimane uno dei tesori più affascinanti del tacco d’Italia dato che storia e leggenda animano il passato di un edificio di cui ora rimane solo la chiesa avente tre altari tutti rivolti ad oriente, ma un tempo le proprietà dei monaci si estendevano per oltre due miglia di terreno che risultava essere ricco di grotte adibite a scopo di culto. Fu, infatti, una di queste grotte a prestare rifugio ai compagni di San Mauro che perseguitati dai romani pagani si nascosero all’interno della cavità sotterranea trafugando il cadavere del santo. Gli abitanti della zona, una volta rinvenute le spoglie del martire decisero di costruire una chiesa e di commemorare la pia vittima ogni 1° maggio dell’anno, devozione abbandonata col trascorrere del tempo.

di Paola Bisconti