Torna a sorprenderci Giuseppe Cristaldi con il suo quinto romanzo “Macelleria Equitalia” pubblicato da Lupo Editore. Il libro come già si intuisce dal titolo tratta un tema attualissimo relativo alla crisi economica che sta rischiando di mandare al baratro il nostro BelPaese. È un’analisi attenta e lucida quella che ci riporta il giovane salentino trapiantato in terra sarda che con il fascino di una scrittura romanzata, con la cadenza di un ritmo incisivo e con l’uso di parole dialettali sapientemente collocate nelle cinque biografie rivela la drammaticità delle storie narrate. È una tragedia che accomuna i più deboli, gli indifesi, chi ha sempre lavorato eppure si ritrova ad essere punito come se fosse un evasore, in realtà è un malcapitato che suo malgrado è stato risucchiato da un vortice dal quale appare impossibile salvarsi: “prendo il tagliacarte e faccio dell’ennesima cartella esattoriale un malloppo di bigliettini”. Scrive uno dei protagonisti delle storie raccontate dal sagace autore, noto e apprezzato anche per i precedenti successi recensiti in passato in questa rubrica come il penultimo capolavoro intitolato “Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene”. L’attualità è la musa ispiratrice del giovane scrittore che preannuncia il tema della prossima fatica letteraria imperniata sulla storia delle condotte dell’acquedotto pugliese costruite con l’amianto durante l’epoca fascista. Da Sassari, Cristaldi continua a sentirsi legato a Parabita e all’intero tacco d’Italia dove come nel resto della penisola si sta patendo le conseguenze di una crisi senza precedenti. In balìa di un potere politico che non si rivela in grado di risolvere il problema, occorre affidarsi alla lucidità dell’occhio critico di un intellettuale in grado di cogliere senza mezzi termini la brutalità con la quale un sistema sta rendendo gli individui come carne da macello. È un’immagine forte, dura, cruda, che non lascia spazio a buonismi o a sentimentalismi che non saprebbero regalare conforto alcuno. I cittadini hanno bisogno di avvertire il malessere sociale con più consapevolezza affinchè le lamentele si possano trasformare in un grido di protesta a favore di tutti coloro che piangono lacrime di sangue in preda alla disperazione. La sottrazione dei beni costruiti o acquistati con i sacrifici di una vita diventano un affare su cui lucrare ed ecco che gli apparati istituzionali e burocratici sono audacemente paragonati alle macellerie dove i coltelli sono pronti a disossare vittime. Il volume è impreziosito dalla prefazione di Michele Placido che come Teresa De Sio, Franco Battiato e Caparezza, curatori delle introduzioni dei precedenti libri, hanno colto il talento del trentenne, orgoglio del meridione e di una nazione intera.    

di Paola Bisconti