Quasi trent’anni di vuoto, tre decenni di silenzio, una sorta di oblio dettato dalla mancanza di consapevolezza degli abitanti di una terra che ha dato i natali alla prima vittima di mafia. Renata Fonte aveva 33 anni quando fu assassinata brutalmente la notte del 31 marzo del 1984. La giovane donna era di ritorno da una lunga seduta consiliare quando mentre stava per entrare nella sua abitazione venne trucidata da due sicari, ciò nonostante l’eroina tentò di risalire in macchina, ma un terzo e fatale colpo alla nuca la uccise all’istante. Domenico My e Marcello Durante furono i due esecutori del delitto portato a termine senza pietà. Quella che sembrava una coincidenza si rivelò il motivo della morte di Renata Fonte, neo eletta assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, esponente del Partito Repubblicano Italiano del comune di Nardò. A ricoprire il posto vacante fu, infatti, Antonio Spagnolo, il mandante dell’assassinio, che aveva tentato di depistare le indagini facendo apparire l’omicidio come un attentato terroristico. Spinti dalla volontà di ricordare con parole e immagini la biografia di Renata Fonte, Ilaria Ferramosca e Gian Marco De Francisco hanno saputo amalgamare l’arte della scrittura con quella dell’illustrazione creando un graphic novel eccezionale. “Nostra Madre Renata Fonte” è un fumetto pubblicato da 001 Edizioni che riporta in vita le battaglia portate avanti da una grande donna, pioniera della lotta antimafia. Tutt’ora è arduo diffondere una cultura della legalità e appare quasi impossibile se si assiste inermi dinanzi alla tragica morte di chi ha lottato senza tentennamenti contro un sistema speculativo che intendeva lottizzare un’area naturale meravigliosa come quella del Parco Naturale di Porto Selvaggio. Un complesso turistico sarebbe dovuto sorgere in una zona di incantevole bellezza paesaggistica e ammassi di cemento avrebbero distrutto ciò che di più bello appartiene a noi: la terra! Solo in seguito alla sua morte i familiari vennero a conoscenza delle innumerevoli minacce e intimidazioni che Renata Fonte aveva ricevuto. Il suo buon senso di madre e moglie la spinse a tenere sempre al sicuro la propria famiglia alla quale le ha lasciato un’immensa eredità: il coraggio di combattere in nome della giustizia, libertà, democrazia. Già in passato il libro “Lotta civile” aveva raccontato la biografia di Renata Fonte, seguì poi la pellicola “La posta in gioco”. Oggi un nuovo capolavoro letterario ricorda un personaggio che non può e non deve essere dimenticato perché se Renata Fonte ha trovato la forza di denunciare il malaffare allora noi tutti siamo chiamati a mantenere viva la memoria per fare tesoro dei suoi messaggi e trasmetterli ai giovani. La prefazione curata da don Luigi Ciotti e un intervento di Giancarlo Caselli introducono la lettura del fumetto che attraverso le strisce cattura l’attenzione dei più audaci, proprio come faceva Renata Fonte anche attraverso i microfoni di Radio Nardò 1, una piccola emittente radiofonica. Auspichiamo allora che le sue parole possano riecheggiare nel presente e nel futuro.

di Paola Bisconti