Ulivi e arte insieme a narrare la Puglia, dalla Capitanata di Foggia al Capo di Leuca; una cortina volta sul Mediterraneo, un’importante unione tra oriente e occidente di ulivi secolari affioranti, dalle aspre colline della Murgia alle pianure dolci del Salento.  Cinquanta milioni di alberi, amplificano il verde cangiante di un paesaggio troppo amato, dove lo stridio estivo delle cicale, sotto archi di rossi tramonti, sembra un preciso richiamo.  Richiami importanti e passionali, quindi, come quelle lanciate dai suoi residenti, in favore di un’efficace tutela degli ulivi, che difende la buona legge regionale del 2007, oggi a quanto pare, divenuta un abito stretto da indossare.
Allora, gli artisti, sulle tracce dei grandi poeti si cingono amichevolmente intorno alle oltre cinque milioni di piante secolari, pigliandosene cura, rimarcandone le sagome, denunciandone l’abbandono, ricambiando l’energia di virgulti radicali, origine della loro stessa linfa, con tutte le espressioni e l’impegno possibile.
Movimenti nati per caso, attraverso sobborghi rurali, densità di profili, nobili e audaci, che da anni ribadiscono le solite angosce: lavori non rinumerati, basso prezzo dell’olio, sottrazione di spazi naturali, abbattimenti di alberi e tanto altro ancora da scoprire.
Allora in Puglia accade qualcosa di autentico, parte un bastimento carico di speranze che coinvolge soprattutto gli artisti; si raggruppano i comitati sotto l’egida di vetustà olivate che diventano da oggi, autorevoli e competenti portavoce di un territorio.
Sono informazioni per una Puglia migliore, apartitica, animata da idee e proposte che trovano a sorpresa adesioni importanti con l’assidua raccolta di firme, con un amabile grinta e la voglia di cambiare. Sono segnali forti che giungono soprattutto dal mondo della poesia, della pittura o dell’artigianato, sentimenti e tradizioni tramandate con la semplicità di una musica popolare, con il disegno di una matita su un foglio o con il versificare libero a difesa di una civiltà rurale fin troppo discriminata.

di Mimmo Ciccarese