La delusione è incommensurabile, il verdetto inesorabile: il Lecce è condannato ad un'altra stagione in LegaPro. Ma l'inferno che si è scatenato nel dopo partita al Via del Mare, dentro e fuori, è assurdo, ingiustificabile, inqualificabile, intollerabile. Una violenza cieca senza precedenti, crudele e vile. Così facendo, l'immagine della città del barocco, della cultura, di serie A viene meno, non possiamo permettere che ciò diventi lo specchio della nostra città. Non ha senso scatenare il caos sul latte versato. L'amarezza è tanta, comprendiamo anche la rabbia, ma perdere il controllo e scatenarsi come furie su tutto non va assolutamente bene, bisogna accettare sportivamente il risultato. Il Carpi, nell'arco dei 180', ha meritato la promozione; gli errori dei giallorossi vanno ricercati a monte, quando l'atteggiamento in campo era da presuntuosi. Alcuni errori societari, dovuti all'inesperienza, hanno fatto il resto. Il Lecce, a questo punto, è da rifondare. La squadra deve essere più competitiva per un torneo lungo e, soprattutto, massacrante, dove l'aspetto agonistico spesso prevale su quello tecnico. Torniamo allo sport, di questa partita ricordiamo il bellissimo gol in avvio di Bogliacino, il raggelante pareggio del Carpi su punizione e la splendida cornice dei tifosi giallorossi, che hanno sostenuto la squadra fino alla fine.  Lecce-Carpi 1-1;

Stefano Bonatesta