Come ogni anno il castello aragonese di Otranto, un tempo roccaforte difensiva, si trasforma in un prezioso contenitore d’arte e cultura. Dietro alle robuste mura, all’interno delle splendide sale, è stata allestita anche per questa estate una mostra di eccezionale rilevanza artistica firmata da Giorgio De Chirico, esposizione monografica curata da Franco Calarota. L’evento fondato sul connubio tra mistero e poesia vede come protagonisti assoluti i quadri e le sculture del maestro della Metafisica, ma accanto agli undici dipinti a olio, alle tre sculture e agli oltre trenta disegni, acquarelli e grafiche di De Chirico presi in prestito dalla Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, saranno esposte, da domenica 11 agosto, anche le tele di Arnaldo Miccoli.
In un contesto in cui il comando del pensiero si distacca dal controllo della ragione per svincolarsi da ogni preoccupazione estetica e morale, le opere dell’artista cavallinese alias un “americano” della Terra d’Otranto, rientrano in un incastro perfetto. Arnaldo Miccoli, pugliese di nascita ma statunitense d’adozione, vanta una carriera artistica che ha raccolto consensi ovunque, soprattutto oltreoceano dove durante gli anni trascorsi insieme alla sua famiglia ha potuto ampliare la propria vis espressiva. L’allievo di Gentilini, apprezzato per un’autenticità inconfondibile, dopo aver esposto i suoi quadri in Europa così come negli U.S.A., ritorna nell’amata terra con il suo espressionismo primordiale.
Lontano dalle banalità e dal virtuosismo realistico, le opere di Miccoli, artista colto e riflessivo, si collocano precisamente vicino alle creazioni di De Chirico in quanto si rivelano entrambi fedeli al senso essenziale, istintivo e simmetrico dell’arte. La produzione miccoliniana pone al centro dell’attenzione il personaggio umano caratterizzato da una serie di varianti cromatiche e figurative; incisive sono le forme plastiche del viso e del corpo potenziate dagli orpelli ornamentali che creano un incantevole equilibrio compositivo. Il rifiuto del classicismo nonché l’ostilità nei confronti di qualsiasi idealizzazione propriamente fisica dell’essere umano, caratterizzano le produzioni artistiche esposte nel maniero idruntino, crogiolo di fermenti culturali.
In contemporanea alla mostra, infatti, si svolgerà la rassegna collaterale “Metafisica a sud. Enigma di un pomeriggio d’estate” che prevede un percorso tra docufilm e video arte, un viaggio di lettura metafisica applicata al paesaggio della Magna Grecia, diretto da Chiara Idrusa Sciminieri. Spettacolare, inoltre, “Mysterious balls” di Raffaella Zizzari che riconvertirà le palle policrome da battigia otrantina in originali poltrone a disposizione dei visitatori che come sempre accorreranno in uno dei luoghi del Salento più enigmatici per antonomasia.

di Paola Bisconti