Sazan è l’isola che non c’è. Non è una meta turistica nonostante risulti essere ricca di molteplici bellezze naturali e paesaggistiche, non è neppure abitata da una comunità, ma è stata da sempre presidiata dai militari prima turchi, poi italiani, inglesi e tedeschi. Terra di tutti e di nessuno. Luogo magico, quindi, sospeso sul mare, nel golfo di Valona, tra l’Adriatico e lo Ionio.  In questo paradiso di colori tra il verde dei prati, il giallo di ginestre in fiore, il celeste del mare che si confonde con il cielo dove le alte vette dei monti albanesi si ergono nell’aria, Caterina Gerardi ha realizzato il film corredato di libro “L’isola di Rina. Ritorno a Saseno”, edito da Milella.
Nel prezioso documentario si nota un lavoro accurato e meticoloso iniziato nel 2010 e durato circa tre anni a causa anche di una complessa burocrazia che non ha facilitato l’ingresso della Gerardi sull’isola. Una volta raggiunta Saseno, la regista ha ripercorso i meravigliosi luoghi che hanno caratterizzato l’infanzia di Rina Durante dove visse fino al 1939 con la sua famiglia perché il padre Francesco era capo militare delle truppe italiane che occupavano l’isola. La giornalista, scrittrice e poetessa salentina nacque a Melendugno il 29 ottobre 1928, all’età di tre anni si trasferì a Saseno per poi rientrare nella sua terra prima che scoppiasse la II Guerra Mondiale, senza fare mai più ritorno nel suo amato “rifugio intellettuale”.
Rina Durante era fortemente convinta che il vero tesoro di ogni popolo risieda nel proprio passato, fu infatti pioniera del recupero della tradizione musicale locale fondando il Canzoniere Grecanico Salentino portando così alla ribalta una musica specchio di una terra fino ad allora relegata ai confini del mondo. Attenta studiosa degli aspetti antropologici del sud, Rina Durante ha realizzato per la Rai commedie e programmi televisivi, ha collaborato con importanti riviste locali e nazionali; “La Malapianta” è stato il suo romanzo più celebrei” mentre “Gli amorosi sensi” uno dei più recenti; ha scritto testi per il teatro come “Ballata salentina” e “La sposa di San Paolo”.
Nel 1965 Adriano Barbano  realizzò “Il tramontana”, film tratto da un racconto di Rina Durante, che narra la storia di un ragazzino particolarmente vivace i cui genitori costretti ad emigrare in Svizzera per cercare fortuna affidarono l’educazione del figlio ai monaci. Questo è stato il primo film in assoluto girato nella provincia di Lecce precisamente a Castrì, Cavallino, Maglie e in Vico Freddo, a Corigliano d’Otranto. Proprio in questo splendido paese della Grecìa Salentina giovedì 8 agosto, in una piacevole serata estiva, è stato proiettato il documentario di Caterina Gerardi, in piazza San Luigi, nell’incantevole centro storico.


La professionalità di Caterina Gerardi, già nota per altri strepitosi lavori, tocca il vertice della bravura in questo capolavoro editoriale e cinematografico presentato peraltro in una veste grafica elegantissima: un prezioso cofanetto contiene dvd+libro di 184 pagine con 150 foto e una sezione dedicata ai testi di Rina Durante che descrive di suo pugno il periodo vissuto a Saseno insieme ad altri scritti firmati da Ada Donno e Rosella Simone, le due amiche di Caterina Gerardi, che hanno condiviso con lei un viaggio indimenticabile.  
Il lavoro di Caterina Gerardi restituisce con estrema maestria un ricordo eccezionale di Rina Durante che in quell’amata isola, nella solitudine più totale, come racconta la sorella Pia nel film, scopre la bellezza della natura e della lettura, attività sapientemente consigliata dalla madre Lucia che riuscì a trasmettere alle proprie figlie l’amore per la cultura, un affetto incondizionato che a quasi dieci anni dalla morte di Rina Durante avvenuta il 25 dicembre del 2004, si continua a recepire grazie ai preziosi contributi che inneggiano la figura dell’intellettuale salentina. Caterina Gerardi ha saputo non solo cogliere l’anima di una delle più grandi letterate del Novecento, ma ha emulato l’insegnamento di Rina Durante sempre attenta a recuperare il passato, a valorizzare quella memoria che appartiene ad un popolo che crede ancora nel sublime potere della cultura.

di Paola Bisconti