Il 2 agosto 2013, la Giunta Regionale ha adottato il PPTR ovvero il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale che sostituisce il vecchio PUTT/p acronimo di Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio approvato dalla Regione Puglia nel 2000.

In una Regione come la nostra il cui patrimonio storico e culturale ha una valenza permeante, l’Art. 1 delle Norme Tecniche di Attuazione del PUTT recitava la seguente frase "Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico "Paesaggio"(…) disciplina i processi di trasformazione fisica, l’uso del territorio allo scopo di: tutelarne l’identità storico e culturale, rendere compatibili le qualità del paesaggio, le se componenti e il suo uso sociale, promuovere la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse naturali". Il quadro normativo si articolava attraverso la determinazione delle "prescrizioni di base", gli "indirizzi di orientamento" e le "direttive di regolamentazione", il piano si proponeva come linea guida per la definizione dell’assetto dei rispettivi territori.

Il decreto legislativo che ha poi introdotto il Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, unitamente alla Legge Regionale n. 20 per le "Norme per la pianificazione paesaggistica" hanno poi introdotto delle innovazioni nelle forma e nei contenuti dell’iter procedurale di approvazione paesaggistica.

Si è così profilata l’esigenza di coerenza ed aggiornamento tra i vari livelli di pianificazione e del miglioramento del quadro conoscitivo che era stato affrontato dal precedente piano paesaggistico.

La redazione di un nuovo piano paesaggistico risponde quindi all’esigenza di ridurre i problemi attuativi che emergevano in fase di pianificazione comunale alla normativa paesaggistica.

Il nuovo piano, il cui contenuto è visibile e consultabile sul sito della Regione Puglia, appare subito il frutto di un lavoro lungo ed accurato sia come indagine conoscitiva, sia per la mole di documentazione che lo compone.

Sin dal 2007 il PPTR ha visto coinvolto tecnici competenti per avviarne la stesura, curarne la proposta nel 2010 fino all’adozione avvenuta appunto nel 2013.

E’ da precisare che Il piano durante il suo iter di adozione è stato comunque presentato durante tavoli tecnici e reso visionabile da tutti anche sul sito.

Malgrado necessità di un maggiore controllo sul territorio sia stata un’opinione convenuta da tutti e malgrado il paesaggio e l’ambiente siano un bene la cui promozione e valorizzazione è anche la salvaguardia del nostro patrimonio identitario, l’adozione del PPTR ha comunque creato non poche lamentele.

L’individuazione di aree a "prati e pascoli naturali" oltre a aree "boscate" sono state intese come il segno di un incombente immobilismo edificatorio.

Il Piano che è stato redatto sulla scorta di foto aeree del 2006, e redatto (giustamente) su tavole grafiche come 1:300 000 o 1:150 000, in effetti trova non poche difformità se calato ai giorni nostri e se rapportato con l’uso del suolo che nel frattempo ha mutato composizioni o anche destinazioni di intere zone. L’Assessore Angela Barbanente ha assicurato la rettifica delle zone segnalate qualora i Comuni o i cittadini interessati ne vogliano evidenziare le difformità.

Tali osservazioni, che possono essere effettuate presso il Comune interessato, saranno accolte e valutate se presentate prima del 7 Novembre: data in cui il Piano risulterà aggiornato e vigente.

Il problema sostanziale per buona parte dei Comuni, specie per quelli minori, della nostra Regione è che la regolamentazione e l’uso del territorio è dettato da strumenti urbanistici come i Piani di Fabbricazione ormai obsoleti, basati su considerazioni di trasformazione del territorio non superiori ai dieci anni. Si tratta di strumenti urbanistici mai aggiornati ad una reale situazione territoriale e basati su prospettive e statistiche ormai superate e quindi sempre aggirabili.

Quindi se da una parte è auspicabile che tutti i Comuni adottino un Piano Urbanistico Generale aggiornato, dall’altra la buona riuscita dell’operazione conoscitiva avviata dal PPTR, ora sotto la lente di Comuni e cittadini, è sicuramente da relazionare all’augurabile partecipazione dei diretti interessati alle osservazioni raccolte presso i Comuni.

A parer mio di questo piano c’è da apprezzare lo sforzo conoscitivo del territorio e i pochi, ma chiari dettami vincolistici che pongono finalmente un veto all’uso sconsiderato del territorio e quindi che mirano ad un maggior controllo dell’ambiente costruito e con i quali si spera di limitare la costruzione di ecomostri la cui demolizione, ricordiamo, grava sempre sulle nostre tasche.

di Alessandra Paresce