"L’amore a dirlo è una cosa difficilissima", ma a volte anche leggerlo può essere abbastanza complicato soprattutto se si sfoglia il libro di Andrea Donaero. Il testo rilegato con due anelli metallici ha tutte le caratteristiche di un taccuino, grande 9X14 cm, nelle sue quasi 100 pagine racchiude prosa e poesia. Una copertina nera in carta porosa custodisce i pensieri dell’autore che senza riserve alcune si racconta.

La ‘Round midnight edizioni, giovane casa editrice sita a Campobasso, che il prossimo 31 ottobre compirà un anno di vita, ha scelto di pubblicare nella collana "Beat" il libro del giovane scrittore salentino perché rispecchia perfettamente la convinzione di non voler omologarsi alle altre attività che propinano i soliti e spesso scadenti prodotti letterari.

Con l’intento di sorprendere il lettore Andrea Donaera, scrittore di libri di poesie e regista teatrale, crea Federì, il commesso di una libreria, che riporta su un taccuino fatti, aneddoti, storie, pensieri che si alternano a strofe poetiche, alcune particolarmente intense e profonde.

Il protagonista, un bel giovine con barba e capelli lunghi come Axl Gulin dei Guns n’Roses, vive un periodo di confusione che lo induce a riflettere su ogni piccola e apparentemente insulsa situazione che incontra nella vita quotidiana fino ad arrivare a polemizzare persino con una scatoletta di tonno.

Senza frenare le espressioni più colorite proprio come quando liberamente sfoghiamo su un foglio di carta le nostre riflessioni, Andrea anzi Federì racconta della signora con la pelliccia e il rossetto rosso, della cartomante che gli predice il futuro e menziona anche il nonno descrivendolo come il custode della saggezza popolare. Non nasconde poi l’invidia nei confronti di un noto poeta che se ne va in giro per tutta l’Italia richiamando a sè la gente che partecipa ai reading e compra i suoi libri, né comprende perché il pubblico continua ad osannare Vasco Rossi considerandolo un poeta quando in realtà dice solo le cose come stanno.

Commovente è la descrizione del centro storico di Gallipoli dove i profumi inebriano il protagonista che bighellona fra le stradine della città vecchia, liberatori sono i versi "se mi sento cielo mi metto e guardo il mare,se mi sento mare mi metto e guardo il cielo", commoventi infine i tentavi di inventare il verbo della parola tenerezza, si potrebbe dire "ti vorrei tenerare" ma suona male.

Così in un susseguirsi di frasi, versi e parole si conclude un originale libricino consono a chi intende lasciarsi sorprendere da una scrittura che non cade mai nella banalità e in tutta la sua astrusità induce il lettore a riflettere su come sia difficile amare prima di dirlo.

di Paola Bisconti