Si è conclusa lo scorso 12 gennaio la mostra personale dell'artista Marcello Reboani, creata e curata da Melissa Proietti in collaborazione con il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe, ospitata al Must – Museo Storico di Lecce. L’esposizione è stata promossa da «Vestas Hotels & Resorts», con il patrocinio del Comune di Lecce, in concomitanza con il TedxLecce nell’edizione 2013, dedicata al tema del coraggio. 
  L’artista ha voluto omaggiare le donne con una mostra tutta al femminile. Donne diverse per periodo storico, estrazione sociale e nazionalità ma simili poiché accomunate da un unico «fil rouge», ossia la benevolenza e la lotta per i diritti umani. In un mondo da sempre egoista, è necessario ricordare chi ci elargisce insegnamenti e chi lotta per i diritti, gratuitamente, «senza tenere niente per sé» ed è esattamente questo concetto che ha voluto esprimere l’artista Reboani, in chiave moderna con ispirazione «pop». Ogni ritratto è creato sul palese carattere della protagonista in modo così spontaneo che un’arte personale diventa un concetto facile da capire per tutti. Le opere, inoltre, sono state realizzate con materiali di recupero, cercati minuziosamente in diverse parti del globo, esattamente in perfetta sintonia e coerenza con il tema scelto e associandosi, oltre alla «Pop Art», anche all’«Arte povera».
Così, nel Must di Lecce, Annie Lennox fiancheggiava Amy San Su Kyi, mentre Lady Diana guardava Rita Levi Montalcini, nel mezzo, su una parete trasversale, Eleonor Roosvelt perpendicolarmente dava le spalle ad Anna Frank. Alcune simili, altre meno, «le donne di Reboani» fanno parte di diversi settori: quello politico, scientifico, musicale, religioso e di spettacolo. Un promo blocco di personaggi creati dall’ artista è composto da donne che hanno modificato il mondo «dall’interno» con ruoli amministrativi e governativi.
Se si trattasse di una famiglia, la matriarca sarebbe indubbiamente Eleonor Roosvelt, visionaria «First lady of the word», ricordata per il suo forte attivismo in temi «tabù» della società americana degli anni trenta (come l’integrazione razziale,  femminismo e  diritto allo studio) ma soprattutto per la sua lotta per i diritti umani, spassionata, continua, tanto da farla diventare rappresentante presso la «Commissione delle Nazioni Unite» nel ’45 quando il mandato del marito era oramai scaduto a causa della sua morte. Reboani la rappresenta forte, compiaciuta e avvolta dalla bandiera del suo paese. Facendo un grande salto spazio-temporale passiamo poi ad altre «moderne eroine», approdando in Africa e Asia, dove tra le tante rappresentate incontriamo in particolare due premi Nobel per la Pace: Ellen Johnson Sirleaf, (dipinta con una bandiera sullo sfondo) e Aung San Suu Kyi (con sfondo in tessuto, giallo, come il primo colore della sua bandiera). Due donne leader, pacifiste e democratiche, simili perché entrambe elette come primi ministri, differenti poiché mentre la prima è tutt’ora a capo della Liberia e prima donna nera nel mondo a essere presidente di uno stato dell’ Africa, la seconda pur avendo vinto le elezioni, non ha mai potuto governare ma al contrario è stata costretta agli arresti domiciliari. Oltre a queste, l’artista rappresenta altre attiviste politiche come Norma Cruz (attivista del Guatemala), Giulia Tamayo Leon (attivista Peruviana), Isabel Allende (giornalista Peruviana), Leymah Gobbe (pacifista liberiana che contribuì alla fine della guerra civile in Liberia) e Caddy Adzuba Furaha (giornalista della Repubblica Democratica del Congo). Oltre al versante politico, l’artista sceglie di rappresentare due donne provenienti dall’ambiente scientifico dipingendo la pediatra Maria Montessori, rappresentata in un mosaico di plastica colorata (richiamando il tema dell’infanzia) e la più recente neurologa Rita Levi Montalcini (pitturata in nero, bianco e grigio). Vissute entrambe in due periodi storici «scomodi» (rispettivamente L’unità d’Italia e la Seconda Guerra Mondiale) non solo si sono affermate, ma hanno vissuto al servizio degli altri. Entrambe sono principalmente ricordate per le loro scoperte: la prima ideò un metodo educativo seguito in tutto il mondo, la seconda è famosa per le sue rivelazioni in campo neurologico. Non si sarebbe potuto trascurare il campo musicale, la musica da sempre uno strumento che mobilita le masse. Incontriamo quindi due cantanti, attingendo dagli anni Sessanta e anni Novanta. In primis Joan Baez, la cosiddetta «Usignolo di Woodstock», rappresentata con una chitarra, dischi in vinile e  sfondo psichedelico. Combattiva, agguerrita e in prima linea per i diritti civili, è conosciuta per la sua lotta per la non violenza, battendosi soprattutto contro la guerra del Vietnam. Nei tempi recenti si distingue, invece, Annie Lennox, rappresentata, contorniata da un centinaio di sfavillanti cd lasciati al naturale. Attivissima nella lotta all’Aids sostiene e collabora con Amnesty International e Greenpeace. Non poteva mancare, dall’ambito religioso, la donna che più di tutte personifica la benevolenza ossia Madre Teresa di Calcutta, che l’artista ritrae in primo piano, con le mani conserte e fondo neutro, come a voler catturare l’attenzione solo sulla sua fede.
Reboani decide poi di rendere onore a donne che hanno sfruttato la loro popolarità mediatica per scopi benefici, donne che non hanno bisogno di presentazioni perché la loro popolarità «non ha confini». Una storica Audrey Hapburn, nella classica posa con cappello a banda larga, incorniciata dal nastro di registrazione, seguita da una famosissima Liz Taylor totalmente avvolta in un tessuto scuro di velluto, per poi passare a Lady  Diana con indosso una tiara e uno sfondo dorato, per finire una semplice «Rania di Giordania», rappresentata su fondo scuro.
Per finire, due attiviste adolescenti, piccole d’età ma coraggiose più di tante altre: La storica Anna Frank, che viene dipinta con i «pigiami a righe» nello sfondo, e il più recente ritratto di Malala Yousafzai (creata in occasione della mostra di Lecce). Il blog della Bbc redatto da Malala è stato considerato tanto un documento quanto lo storico diario di Anna Frank, simbolo della Shoah, che raccontava, invece il dramma della persecuzione  degli ebrei.

di Valentina Russo

Fonti:  http://www.marcelloreboani.it/ladies-for-human-rights