La presenza del professor Federico Batini durante il seminario svoltosi mercoledì pomeriggio presso la scuola media “O. Parlangeli” di Trepuzzi, ha permesso ai docenti presenti, circa cento, di soffermarsi in maniera singolare e approfondita sulla tematica relativa alla didattica. Il convegno organizzato da Loescher Editore in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Polo 2 di Trepuzzi aveva come obiettivo quello di analizzare gli argomenti affrontati anche nel libro “Insegnare per comprendere”.
Il testo distribuito in 12.000 copie agli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado e disponibile gratuitamente in versione elettronica, non solo ripercorre le tappe storico-istituzionali della recente riforma del sistema educativo, ma offre anche un prezioso vademecum per i professionisti dell’istruzione che dal libro possono trarre spunti di riflessione, adoperandolo come valido strumento operativo.
L’incontro così come il libro parte dal quesito: cosa significa insegnare per competenze o insegnare le competenze?
Il professore Batini, docente presso l’Università di Perugia, fondatore delle associazioni Pratika e Nausika, fondatore di riviste e collane editoriali, ideatore del metodo dell’orientamento narrativo e pioniere del progetto Lan, lettura ad alta voce, ha inizialmente esposto un quadro generale dell’attuale percorso scolastico che prevede un obbligo scolastico fino a 16 anni in netto contrasto con la riforma dell’apprendistato che invece consente l’assunzione lavorativa a partire da 15 anni.
Le contrastanti differenze tra l’Italia e il resto dei Paesi Europei circa le riforme dei cicli scolastici suscitano una serie di perplessità. Lo stesso professor Batini, infatti, suggerisce il modello 5+5+2 per uniformarci all’Europa intera.
Per quanto riguarda invece la didattica orientativa, il docente affida all’insegnante un’immagine bellissima invitandolo a diventare un artigiano dell’apprendimento perché l’istruzione è il più importante strumento per mettere in atto un cambiamento sociale.
Inevitabile è il paragone con il sistema scolastico svedese dove non esiste, fino ai 14 anni, la valutazione dell’alunno contribuendo così ad offrire una totale autonomia al soggetto.
Di estrema importanza, infine, è l’attenzione che si offre all’attività cioè alla valorizzazione di ogni esperienza dell’alunno intesa come fonte di sapere e stimolo indispensabile non solo per apprendere ma anche per socializzare e integrarsi nel migliore dei modi in un contesto scolastico.

di Paola Bisconti