Tra gli artisti salentini contemporanei una menzione d’onore la merita Ercole Pignatelli. Il noto artista si distingue per i suoi giochi cromatici vivaci fusi nei paesaggi, a volte surreali, che ricordano i nostri luoghi, così come le sue figure ricordano  le donne del sud. L’artista vanta, tra le tante mostre personali e i riconoscimenti vari, una partecipazione alla XXXVlll biennale di Venezia “Natura come immagine” nel 1978.  Una sua mostra permanente si può vedere nelle sale del castello Carlo V di Lecce. Ercole Pignatelli nasce a Lecce nell’aprile del 1935. Durante la sua infanzia, nella casa dei nonni materni, ricorda di aver ammirato i ricami della nonna Maria, molto simili a dipinti, e i quadri del nonno Ercole, chirurgo di fama. In particolare sono i quadri del pittore leccese Michele Massari che colpiscono la fantasia del ragazzo. Così come un immenso terrazzo sopra la casa dei Pignatelli costituirà fonte d’ispirazione nei futuri lavori dell’artista. Il giovane Pignatelli frequenta, dopo le prime esperienze pittoriche, l’Istituto d’Arte G. Pellegrini. Suoi maestri furono lo scultore Aldo Calò e il pittore Lino Suppressa che nel 1953 presenta la sua prima personale al Circolo Cittadino di Lecce. Di lì a poco Pignatelli si trasferisce a Milano dove ha la possibilità di visitare la prima mostra antologica di Picasso a Palazzo Reale. I primi tempi a Milano sono tutt’altro che facili, ma il suo carattere meridionale lo aiuta a resistere in un ambiente difficile e nuovo. Prende una stanza in affitto, stringe amicizia con pittori, poeti e critici che fanno del Bar Giamaica il loro ritrovo. Conosce Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserlian, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Ugo Mulas, Milena Milani. Alcuni galleristi si accorgono di lui e gli commissionano alcuni dipinti. A novembre del 1954 vince il premio San Fedele per i giovani, che gli viene consegnato da Carlo Carrà. Da quel momento in poi il suo percorso artistico diverrà ricco e appagante.
 
    Stefano Bonatesta