Ci sono infiniti modi per raccontare una storia e inesauribili maniere per fare innamorare il lettore dei propri personaggi. La strada che sceglie Anna Maria Benone, scrittrice e poetessa salentina con cattedra al Nord d’Italia è quella più ardua, più singolare, ma certamente più affascinante: far “parlare” le loro anime! Lo fa con «Emotività interrotta», il suo nuovo romanzo edito da Silele Edizioni, lavoro letterario che conferma la vocazione dell’autrice ad essere una “scrittrice dell’anima”. Anna Maria Benone non si limita a raccontare storie, ma oltrepassando il valico della tradizione romanzesca approda in uno scavo del profondo degli animi dei protagonisti. La storia narrata da Anna Maria in questo nuovo romanzo, in sé stessa, è una storia semplice, una storia che parte da uno dei casi più classici della vita: perdersi per poi rincontrarsi. Ma è qui la differenza: se nella più classica della tradizioni delle più struggenti storie il momento del rincontro, generalmente, coincide con la fine del romanzo, qui il ricongiungersi è l’epilogo. Anna Maria stravolge dunque i canoni del romanzo classico, partendo dalla fine, ossia il rincontrarsi tra due persone che scoprono che nelle loro vite si è insediato uno strano sentimento che è l’amore, in agguato, pronto a insediarsi nel posto lasciato vuoto dall’amicizia. È qui dunque che scatta la particolarità: cosa c’è in due anime che si ritrovano per cominciare un nuovo percorso di vita. In questa storia c’è il cadere per risollevarsi, il credere in qualcosa per ritornare a vivere. In “Emotività interrotta” sono le emozioni le reali protagoniste, quelle che coinvolgono dapprima Bianca e poi ciascun lettore, cui è facile ritrovarsi nei pensieri e nelle reazioni di una donna di fronte agli eventi e ai casi della vita. E come fa proseguire la narrazione Anna Maria? Con un modo insolito, dividendo il romanzo in due parti: la prima divisa a sua volta in “interno” ed “esterno”, la seconda in classici capitoli ai quali però sceglie di dare un titolo. Negli esterni è la storia ad essere protagonista, negli interni è l’animo di Bianca a primeggiare. Ed è qui che l’autrice dà il meglio di sé, accompagnando il lettore in una lettura che con il suo incedere scorrevole lo incatena alle pagine quasi fosse un giallo da risolvere, scompigliando le pagine, sovvertendo ogni ordine precostituito per dare vita ad un romanzo che, sì, potremmo definire insolito, ma che ha in canoni dell’originalità. C’è tutta l’autrice in questo lavoro: c’è Anna Maria poetessa, Anna Maria scrittrice e Anna Maria che non tradisce i suoi trascorsi nel teatro e che si possono facilmente svelare in un finale di inusitata delicatezza, ambientato non a caso in una scena crepuscolare, simbolo di fine ma anche di certezza di una nuova alba, e dove Lei dice che “c’è sempre un tempo per ogni cosa e ogni cosa ha il suo tempo”. Il messaggio della vita che va vissuta senza forzature e senza immaginare che ogni cosa possa essere eterna.


 di Giuseppe Pascali