l'istante magico Può capitare di innamorarsi di un pittore dell'Ottocento al punto da narrare la sua vita, personale ed artistica, in forma di romanzo? Per Alice Guerrieri sì! Ma non solo: la giovane «penna» salentina ha talmente amato questo artista da «contagiare» Renata Asquer fino ad avventurarsi felicemente insieme in un lavoro editoriale. Nasce così «L'istante magico», il libro firmato a quattro mani dalle due scrittrici ed edito da Elison Publishing, un giusto connubio tra realtà storica e fantasia con cui le autrici narrano, fin nei meandri più reconditi, la vicenda umana e pittorica di questo artista che tanta fama si era conquistato nella Parigi degli impressionisti e che il sabato sera amava deliziare gli amici con specialità italiane nelle sue cene, conservando un alone di mistero che le autrici cercano di svelare attraverso la descrizione dell'uomo, ancor prima che dell'artista. Coincidenze e un semplice oggetto, una vecchia trousse dal passato enigmatico, il punto di partenza delle ricerche di Viola, la protagonista, ricercatrice al suo primo incarico a Parigi. Un mistero celato in una tasca nascosta e la curiosità della giovane accompagnano il lettore in un viaggio nel tempo che parte da Barletta, città natale di De Nittis per giungere, insieme con le speranze dell'artista, fino all’elegante e raffinata Parigi ottocentesca dove De Nittis entra in contatto con il bel mondo parigino e la vita sembra strizzargli l'occhio. Ma, nonostante la sua fama continui a crescere, il triste presagio della brevità della sua esistenza si fa strada in lui. La fortuna gli volta le spalle, irrompe la malattia e il pittore dà l'addio ai colori, brinda alle sue visioni e, soprattutto, alla luce, a quella luce che l'ha salvato dal buio, con il suo colore e perfino con l'odore percepibile solo a lui. Il De Nittis raccontato da Alice Guerrieri e Renata Asquer è un uomo «tangibile», di cui sembra avvertirne i palpiti, le ansie, i timori, le gioie. È umanizzato a tal punto che si finisce per condividere con lui passioni e intrighi, attraverso Viola e la sua curiosità che, senza errore, finisce per essere l'alter ego delle due autrici. Una narrazione scorrevole, le pagine fluiscono con vigore e al tempo stesso con delicatezza sotto gli occhi del lettore, con l'effetto finale di restare catturati dalla malia di questo pitore malia di un pittore che ha sempre rifiutato gli schemi. Giuseppe Pascali