Pienamente convinti di altre notevoli capacità calcistiche rispetto a quelle ondivaghe messe in mostra contro la corazzata Napoli, ribadiamo il nostro convincimento sui giallorossi, frenati e scarsamente determinati nella gara di ieri al "Via del Mare".
Tatticamente arretrati, dimessi agonisticamente e libertini in retrovia, gli uomini di Liverani hanno finito per fare solo gli interessi dei partenopei.
La strategia del tecnico leccese risponde pure ai criteri logici del "Davide che affronta uno dei tanti Golia" del campionato, ma la messa in opera ha lasciato molto a desiderare proprio nella fase difensiva a cui si era prestata molta attenzione.
Se la formazione risultava monca di un attaccante di peso, con gli avanti impiegati come agili esterni, ma di scarsa e nulla incisività, Tachtsidis ancora lacunoso, gli esterni bassi in perenne difficoltà difensiva, lo spirito del gruppo
non era per niente confacente alle bisogna di una squadra affamata.
I quattro gol incassati senza colpo ferire ed in libertà proverbiale di Llorente, Insigne, Fabian Ruiz e Milik, ne rappresentano una triste e rabbiosa testimonianza.
Argomento arbitro a parte, Liverani ha gestito in modo approssimativo la formazione iniziale, le correzioni in corso d'opera, la lettura della partita ed i conseguenti aggiustamenti da tutti attesi.
Anzi rinunciando a Babacar, togliendo Falco a trenta minuti dalla fine, immettendo un Benzar ancora ignoto ha finito per complicarsi di più la vita sua e del popolo salentino.
Amen su di un'altra gara affrontata allegramente, girando pagina verso Ferrara dove si aspetta un Lecce battagliero prima ancora che tattico e ballerino.