«Questa è la storia di un paesello del sud: di quelli col centro storico imbiancato di calce, case basse a terrazza e pochi palazzi signorili, con le strade di chianche, i vicoli, le curti, la piazza, la chiesa, il municipio, la scuola elementare, la farmacia e le botteghe artigiane».  È l’incipit della trama di Salone, salotto, salottino, il nuovo romanzo di Annalisa Bari edito da Edizioni Esperidi. Ironia e snellezza di stile in questo nuovo lavoro della Bari, che non tradirà di certo le aspettative dei lettori grazie da un gusto narrativo che conferma la piacevole vena dell’autrice e che la colloca tra le penne più interessanti del panorama letterario pugliese. Romanzo collocabile tra quelli «di costume», Salone, salotto, salottino si sviluppa tra le vite degli abitanti di Landrano, tra esistenze in cerca di riscatto sociale sullo sfondo degli Anni Cinquanta. «Tutt’intorno vigne, ulivi, pascoli e grano, case coloniche, muretti a secco e fichidindia». Nel romanzo si muovono tre generazioni di una grande famiglia borghese strampalata, di quelle che, nella seconda metà del 1900, abitavano i palazzi signorili e facevano di tutto per apparire normali e perbene, districandosi tra retaggi del passato e mutamenti del presente. Tra i suoi componenti Veronica, presenza scomoda per la sua oscura nascita, in apparenza docile, fondamentalmente ribelle. É lei che narra la sua personale vicenda dall’infanzia, idealizzata nel ricordo, fino alla maturità consapevolmente accettata, attraverso i turbamenti dell’adolescenza e la scoperta della bellezza del vivere, nella costante ricerca della propria identità e di una madre che non ha mai conosciuta. Una protagonista forte e indomita, razionale e istintiva ad un tempo, generosa e manipolatrice, sorprendente nell’escogitare soluzioni, nel volgere ogni situazione a proprio favore, ma anche nell’analizzare lucidamente la propria e l’altrui condotta. Intorno ai personaggi principali, i pittoreschi abitanti di Landrano coi loro ritmi lenti, gli affanni quotidiani, e la speranza di vedere realizzati nei figli i propri sogni negati, radicati in un agglomerato suggestivo dove possono convivere pettegolezzi e solidarietà, religiosità e blasfemia, rassegnazione e voglia di riscatto. Come un lungometraggio che, partendo dagli anni Cinquanta per arrivare al Duemila, fa scorrere immagini di vita in continua evoluzione, «Salone, salotto, salottino» evoca nel lettore le emozioni di un periodo della nostra storia particolarmente mutevole e dinamico, vissuto con ottimismo e certezze che lasciano in fondo all’anima un malcelato rimpianto. Annalisa Bari, laureata in lettere moderne, presso l’Università degli Studi di Lecce, con una Tesi in Storia dell’Arte, ha insegnato Italiano e Storia negli Istituti Superiori dal 1969 al 1999. Ha pubblicato Non c’erano le mimose, 2001 (Del Grifo, Lecce), Diamanti e ciliegie, 2003 (Del Grifo, Lecce); Il quarto sacramento, 2005 (Del Grifo, Lecce); I mercanti dell’anima 2008 (Giulio Perrone, Roma); Séparé 2009 (Giuseppe Laterza, Bari); Legami di sangue 2011 (Giuseppe Laterza, Bari); Coccarde rosse 2012 (Bompiani); Solo allora cadranno le stelle 2014 (Besa, Lecce). Per il Nuovo Quotidiano di Lecce: Racconti per un anno, 2006. Per la rivista Gusto di Puglia ha curato la rubrica Orizzonte verde, 2008-2009.