«Accorrete numerosi!». Fino a non molti anni fa tra le strade e le piazze dei paesi con questo grido passava la figura, quasi leggendaria, del banditore che invitava tutti i cittadini ad assistere alle iniziative promosse da alcuni gruppi locali: cinema all'aperto, gare di ballo, giochi e, ovviamente, il teatro. Oggi, questo personaggio, così popolare e al tempo stesso così ignoto nei piccoli centri urbani, è stato sorpassato dai moderni post e locandine sui social network, che sottraggono un po’ di quel fascino che suscitava il banditore, ma che comunque rendono la portata dell’evento più ampia. Il teatro ha, quindi, continuato ad avere la sua fortuna (e menomale!) tra la gente del Salento, grazie soprattutto al contributo di gruppi e associazioni, molti dei quali composti specialmente da giovani. Abbiamo tante piccole realtà degne di nota, sia che si tratti di teatro amatoriale sia che si tratti di teatro d’autore. Il primo è sicuramente un teatro ricco di ilarità e divertimento, meno impegnato, che ha lo scopo di far ridere la gente, attraverso l'uso del vernacolo, tramite la messinscena dei difetti della piccola borghesia, che ricerca costantemente un metodo più o meno credibile di guadagnare denaro, e compiere così una scalata sociale, oppure di allungare la propria vita affidandosi a credenze mitiche e magiche. La furtuna di Protopapa, ad esempio, verte proprio su questo aspetto: Pati Cenzi, avendo creduto “a na zzingara” che le aveva predetto la sua morte, prepara nei minimi dettagli il suo funerale, finché la stessa zingara (figura non definita da Protopapa), alla fine della vicenda, smentisce la dipartita di Pati tramite un biglietto, facendo concludere così la storia nel migliore dei modi e, soprattutto, mettendo in evidenza l’ingenuità del protagonista e della sua famiglia che lo aiuta nella preparazione della funzione. Il teatro d’autore, invece, si può definire più impegnato, spazia dal genere della commedia a quello della tragedia e necessita di una preparazione più importante rispetto a quella per il teatro amatoriale. Tuttavia, questo tipo di teatro attrae allo stesso modo del teatro amatoriale: il pubblico, ogni tanto, ha bisogno di vedere qualcosa di più “serio”, inteso come qualcosa che esce fuori dalla quotidianità di tutti noi. Ecco quindi i grandi successi del teatro greco e latino (Aristofane e Plauto, ecc.), che forse, più di tutti, tramite la commedia, sono in grado di far comprendere le origini di quei retaggi che ancora ci portiamo dietro dopo secoli e secoli di storia; meno risonanza ha, invece, nella nostra terra, la tragedia greca: non sappiamo se ci sia una ragione antropologica o, semplicemente, una ineducazione nei confronti di questo genere. Riscuote, d'altra parte, grande successo anche il teatro di Luigi Pirandello, il primo a creare una seria introspezione dei personaggi e che ha ripreso a squarciare la cosiddetta quarta parete (uno spazio immaginario che si interpone tra palco e spettatori). Molte compagnie hanno rielaborato in maniera discutibile lavori come La Giara traducendola in vernacolo, un’operazione che compiuta su un copione di quel calibro ne compromette l’integrità.

Abbiamo capito, dunque, come sia attiva e prolifica l’attività teatrale nel Salento: adesso sta a noi portarla avanti. Il teatro è l'unica cosa che ci faccia straniare e al tempo stesso comprendere meglio la nostra vita. Come disse una volta Gigi Proietti, è il posto «dove tutto è finto, ma niente è falso». Quindi, signore e signori, «accorrete numerosi!».